La crisi della narrazione nella società contemporanea

Stefania Giordano

Nell’ambito del programma annuale “Parole potere e percezione della realtà” dell’Istituto Mons. A. Lanza, il 16 gennaio il prof. Daniele Cananzi, ordinario di filosofia del diritto, e le studiose Elena Siclari e Ilenia Marraffa, hanno relazionato sui temi della crisi della narrazione, della percezione del potere e della giustizia nella società contemporanea.

Il professor Cananzi ha citato il filosofo francese Jean-Francois Lyotard che già nel secolo scorso teorizzò il venir meno delle grandi narrazioni nella post-modernità e il filosofo sudcoreano di formazione tedesca Byung-Chul Han che nel suo libro intitolato “la crisi della narrazione” descrive la realtà contemporanea politica e sociale, approfondendo la crisi dell’esperienza narrativa.

Siamo difatti nell’epoca dei social e delle communities online e non più della “società-comunità”; il potere diventa “info-potere” e la comunicazione lascia spazio all’informazione.

Secondo questa visione, nell’epoca post-narrativa le componenti fondamentali dell’essere umano sembrano venir meno: ogni individuo è più propenso a pubblicizzarsi attraverso i canali social piuttosto che a relazionarsi autenticamente e la condivisione viene sostituita dalla modalità espressiva dei “like”.

Inoltre in questo nuovo assetto più “social” che “sociale”, l’individuo non è riconosciuto in quanto tale

ma viene visto come un consumatore inserito in un’indagine di marketing e somiglia più a un “servo felice” che a un cittadino partecipante e artefice del proprio destino.

Anche la dott.ssa Elena Siclari, nel suo intervento, ha ripreso il pensiero del filosofo Han sulla crisi delle narrazioni, che dovrebbero fungere da tessuto di connessione delle nostre comunità e che invece, nella società contemporanea, risultano sempre più effimere e poi ha menzionato il filosofo francese Francois Jullien che nel volume “la vera vita” invita a riflettere sul concetto di vita autentica e di pseudo-vita, ossia una vita non pienamente vissuta.

Se le nuove tecnologie sono indispensabili nella nostra società – ha proseguito la dott.ssa Siclari – andrebbero utilizzate correttamente e soprattutto come strumento di supporto e non in sostituzione dell’essere umano.

Questo deve avvenire anche nell’ambito della giustizia, in cui non ci si può limitare all’applicazione di una logica computazionale, per cui si commina una pena ad un reato a prescindere dell’elemento di narratività, della considerazione della persona umana e delle possibilità rieducative.

Infine è intervenuta come relatrice Ilenia Marraffa, tutor delle attività didattiche dell’Istituto Mons. A. Lanza, che ha spiegato perché la narrazione è in crisi, nel suo frammentarsi e moltiplicarsi ad esempio in storytelling, content marketing e altre forme;

ha parlato anche, come conseguenza, di crisi della percezione della realtà e proposto alcune soluzioni per riappropriarsi dell’esperienza narrativa.