Democrazia sostanziale e partecipazione; Una visione dalla Settimane Sociali

Vorrei esprimere un sentito ringraziamento per questo incontro, un’opportunità ricca di contenuti e di gradite presenze.
Dalla settimana sociale a Trieste è emersa una visione di democrazia sostanziale in cui la
fraternità non si caratterizza solamente come un valore spirituale ma come una pratica
quotidiana che rafforza la partecipazione,
Perché la partecipazione non è uno spontaneismo vagamente anarchico. Ha bisogno di uno spazio organizzato, di strutture e di istituzioni che la proteggano e la promuovano, altrimenti con facilità può degradare nella prevaricazione o nella manipolazione di molti da parte di pochi.
La novità a Trieste è stata rappresentata dalla dinamica del “convalidare” (confermare o rafforzare) che ha sostituito positivamente quella del “prevalere”, mostrando la possibilità concreta di dar vita a processi efficaci di ascolto comunitario e di individuazione di priorità condivise, secondo uno stile autenticamente democratico.
L’ascolto deve essere una scelta culturale e non tattica, solo così si può rispondere ad una crisi di partecipazione che, è una crisi di attenzione. E  il cristianesimo ha una dimensione antiidolatrica che porta a rifuggire dai leaderismi, dalla venerazione di chi detiene il potere.
Quindi il nostro contributo è prezioso ed attuale, se pensiamo all’odierna tendenza a pensare di risolvere i problemi politici riducendo tutto alla scelta del “capo”, comprimendo il protagonismo e la libertà dei singoli.
Viviamo in una cultura che tende a interpretare la presa di decisioni come esercizio di una qualche forma di potere o autorità, enfatizzando in chiave individualistica il ruolo quasi demiurgico del decisore, e caricando così sulle sue spalle attese e responsabilità che risultano spesso sproporzionate ed irrealizzabili: ce ne accorgiamo anche dalla velocità di logoramento dei leader politici.
Sia la partecipazione che l’impegno politico richiedono preparazione e serietà. La democrazia dei moderni è sollecitata da fenomeni diversi che ne mettono in discussione gli elementi ed i processi di base: fra tutti la mediazione e la rappresentanza politica.
L’incertezza e la sfiducia nei confronti delle istituzioni e dei corpi intermedi impongono la nascita di pratiche alternative e la ricerca costante di forme innovative di coinvolgimento e partecipazione per ridurre la distanza tra comunità ed istituzioni.