L’ Istituto diocesano di formazione politico sociale Mons. A. Lanza, diretto dalla dott.ssa Magda Galati, il 22 maggio 2025 ha organizzato un incontro informativo, aperto alla cittadinanza, sui quesiti referendari per i quali i cittadini italiani saranno chiamati al voto l’8 e 9 giugno. Il vice-direttore dell’Istituto Vincenzo Musolino ha introdotto l’approfondimento sull’oggetto dei cinque quesiti, e per quelli che riguardano il tema del lavoro sono stati invitati a partecipare i rappresentanti delle organizzazioni sindacali confederali, tra i quali ha poi presenziato Gregorio Pititto, Segretario Generale dell’Area Metropolitana della CGIL.
Il voto referendario – ha ricordato il dott. Musolino – rientra tra i diritti democratici, consente a tutti i cittadini di esprimere la propria volontà. Perché si dovrebbe ritenere che solo gli esperti, i tecnici, i politici possano avere il privilegio di occuparsi di temi di rilievo? Il ruolo dei cittadini si ridurrebbe solo a quello della delega al momento del voto parlamentare, senza questo strumento costituzionalmente riconosciuto che consente di chiedere l’abrogazione parziale o totale di una legge o di un atto avente forza di legge. È indispensabile dunque una corretta formazione e informazione sui temi oggetto dei referendum per poter operare una scelta ponderata al momento del voto.
Il primo quesito (scheda verde) riguarda una parte specifica del Jobs Act, riforma del diritto del lavoro approvata nel 2015. Da quella data i lavoratori delle grandi aziende con più di 15 dipendenti o di quelle agricole con più di 5, non possono essere reintegrati in sede lavorativa in seguito ad un licenziamento pur ritenuto illegittimo da un provvedimento giudiziale, ma hanno diritto solo ad un risarcimento economico. Si chiede con il referendum se si voglia ripristinare il diritto al reintegro.
Il secondo quesito (scheda arancione) riguarda invece le piccole imprese, dove attualmente i lavoratori licenziati ingiustamente possono avere un risarcimento economico pari al massimo a 6 mensilità. Con il referendum si chiede se si voglia abolire questo limite, rimettendo la decisione al giudice, che valuta caso per caso.
Il terzo quesito (scheda grigia) attiene ai contratti subordinati a tempo determinato. Per i primi 12 mesi il datore di lavoro non è tenuto a motivare con le causali le motivazioni del contratto a termine. Si chiede se si voglia mantenere l’assenza delle motivazioni per i primi 12 mesi.
Il quarto quesito (sceda rossa), in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro, chiede se nella scala dei subappalti si voglia responsabilizzare anche l’appaltatore in caso di incidente subito da un dipendente della ditta in subappalto.
Il quinto quesito (scheda gialla) interviene sulle norme sulla cittadinanza (legge n. 91/1992) che prevedono che, per ottenere la cittadinanza italiana, i cittadini extracomunitari debbano risiedere legalmente in Italia in maniera continuativa per almeno 10 anni, oltre ad altri requisiti quali conoscenza della lingua, reddito e fedina penale pulita. Si chiede se si voglia ripristinare il termine di 5 anni. I figli minori otterrebbero prima la cittadinanza.
Molti cittadini hanno manifestato interesse per l’iniziativa dell’Istituto di formazione, a riprova della necessità sentita di informazione e partecipazione al dibattito politico.