Comunità energetiche, una responsabilità che ci appartiene

L’attuale situazione economica, ambientale e internazionale rende quanto mai urgente perseguire con decisione l’obiettivo lanciato alla Settimana Sociale di Taranto, di una conversione ecologica ed energetica vissuta a partire dalle nostre comunità civili ed ecclesiali.

Per contrastare la “povertà di futuro” – che oramai è divenuta la cifra di questo tempo – è necessario non rimanere immobilizzati in schemi mentali che appartengono al passato.

Trovare soluzioni adatte al nostro tempo. Abbiamo la necessità di imparare e la responsabilità di abilitare le persone e le comunità ad esprimere le proprie capacità, mettendo in campo tutto il potenziale fatto di talento, competenze e risorse innovative. Per affrontare le sfide politiche dell’oggi, occorrono: immaginazione, creatività e coraggio.

È urgente ricucire il tessuto sociale, rafforzare i legami all’interno delle nostre comunità, per ridare vitalità alla società ed al territorio. Gli strumenti per scuotere paradigmi che apparivano immutabili partono innanzitutto dalla economia di prossimità; la cooperazione comunitaria ne è una declinazione paradigmatica perché insegna che non c’è sviluppo umano comune se non si stabilisce un’alleanza tra il capitale economico e quello sociale.

La cooperativa di comunità è un’impresa, quindi una società economica, costituita dagli abitanti di un luogo – singoli residenti, nuovi arrivati, enti sociali, imprese – finalizzata a riaprire, dare continuità o valorizzare un’attività produttiva non sostenibile secondo le regole classiche del mercato, ovvero un servizio alla popolazione non garantito dallo Stato. In tale prospettiva, l’impresa, con i relativi percorsi di conoscenza, ricerca e apprendimento sul fare nuovamente insieme, è strumento di promozione dello sviluppo comunitario.

Vi sono vari tipi di cooperativa di comunità. Inizieremo, occupandoci delle “cooperative energetiche di comunità”.

Le comunità energetiche sono nuovi soggetti giuridici per la produzione autonoma di energia sostenibile, per il soddisfacimento del fabbisogno energetico di una comunità. L’obiettivo principale è quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali, piuttosto che profitti, ai propri membri ed alle comunità locali in cui la cooperativa opera, attraverso la produzione e l’autoconsumo di energia e fonti rinnovabili, contribuendo in tal modo al conseguimento del duplice risultato di abbattere i costi e le emissioni inquinanti, attraverso la condivisione dell’energia elettrica prodotta.

Le comunità energetiche, quindi, permettono la raccolta di risorse finanziare da investitori diffusi: i cittadini possono partecipare all’investimento stesso e goderne dei benefici economici, attuabile tramite quindi equity crowdfunding, diventando protagonisti nello sviluppo di progetti “energetici”.

Il Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali, che fa proprio l’appello lanciato dal direttore scientifico di ‘Next” il prof. Leonardo Becchetti, insieme a tante altre associazioni ed organizzazioni – propone l’attuazione di questo modello, per giungere ad un rapido avvio dei processi necessari a sostenere la nascita di comunità energetiche rinnovabili.

E’ da sottolineare altresì la nota dell’organismo della Cei, nella quale si evidenzia come «l’attuale situazione economica, ambientale e internazionale renda quanto mai urgente perseguire con decisione l’obiettivo lanciato alla Settimana Sociale di Taranto di una conversione ecologica ed energetica vissuta a partire dalle nostre comunità civili ed ecclesiali».

Per tale ragione, si ritiene «importante che tutti i dispositivi di natura economica e legislativa tesi a favorire la nascita delle comunità energetiche rinnovabili vengano quanto prima definiti ed applicati».

Nella Lettera Enciclica “LAUDATO SI’” Papa Francesco nella parte dedicata al “dialogo verso nuove politiche nazionali e locali” al punto 179 richiama espressamente: In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso. …evidenziando come: l’istanza locale può fare la differenza in termini di maggiore responsabilità, senso comunitario ed amore per la propria terra e le generazioni future…….

Una comunità energetica è un soggetto giuridico riconosciuto, già indicato dalla legge 199/2021 e 210/2021, gode di incentivi di natura fiscale, tariffaria, finanziaria che consentono di ridurre i costi degli investimenti necessari per la costituzione e l’operatività e per favorire la partecipazione dal basso alla conversione energetica basata sul ricorso alle fonti rinnovabili.

Al momento è già possibile realizzare economia e soluzioni per l’autoconsumo collettivo in edifici e condomini e comunità energetiche da fonti rinnovabili, seppur ancora con i vincoli relativi al periodo transitorio (cioè con impianti fino a 200 kW e, per quanto riguarda le comunità, con perimetro limitato all’area sottesa dalla stessa cabina secondaria di bassa/media tensione).

Per queste fattispecie già esiste, fino dal 2020, sia la regolazione dell’Autorità sia l’apposito incentivo definito dal Ministro della Transizione ecologica».

Tuttavia in assenza di nuove misure, “in primis” il compiuto aggiornamento da parte dell’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), della propria regolazione che poterà nuovi aggiornamenti che richiederanno un nuovo decreto del Ministro della Transizione ecologica che definisca i nuovi incentivi» le comunità energetiche saranno destinate a rimanere casi isolati.

 

Magda Galati

(Direttrice dell’Istituto diocesano di formazione politico sociale “Monsignor Antonio Lanza”)