Il patrocinio dei non abbienti in ambito giudiziario

Stefania Giordano

Tra gli incontri programmati dall’Istituto di formazione politico sociale Mons. Antonio Lanza sul tema delle disuguaglianze, l’8 marzo 2024 si è discusso di giustizia “diseguale” e patrocinio dei non abbienti e di costi e distorsioni per l’accesso alla giustizia in Italia, con il magistrato Dott. Francesco Tripodi.

Prima della Costituzione, il gratuito patrocinio era regolato dal Regio Decreto n. 3282 del 1923, ed era definito un ufficio onorifico ed obbligatorio della classe degli avvocati e dei procuratori.

Le condizioni per essere ammessi prevedevano lo stato di povertà e la probabilità dell’esito favorevole della causa (per le materie penali era richiesta solo la prima condizione). Lo stato di povertà veniva attestato da un certificato emesso dal comune di residenza e, dopo l’ammissione al gratuito patrocinio, aveva luogo la destinazione del difensore d’ufficio, che doveva trattare la causa secondo scienza e coscienza.

Era un sistema poco utilizzato, affidato più alla benevolenza degli avvocati che ad un diritto del cittadino indigente.

L’’art. 24 della Costituzione al comma 3 ha invece previsto che <<sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione>>.

Sono però dovuti trascorrere molti anni prima dell’intervento del legislatore ordinario, nel 1973, poi nel 1990 ed infine col D.P.R. n. 115/2002, che disciplina il patrocinio a spese dello Stato per la difesa del cittadino non abbiente, con un’ampia tutela specie nel processo penale e la limitazione assolutamente corretta che nel processo civile le sue ragioni non risultino manifestamente infondate.

Condizione per l’ammissione al patrocinio è la titolarità di un reddito annuo lordo oggi non superiore a 12.838,01, cifra rivalutata ogni biennio in base al costo della vita, aumentata lievemente per il numero dei familiari, ma non soggetta a nessuna modulazione, a differenza di quanto avviene in alcuni Paesi europei.

Una recente normativa ha introdotto il patrocinio gratuito in deroga ai limiti di red

dito alle vittime di reati di stalking, maltrattamenti e violenza sessuale ed altri gravi reati.

Le cifre statistiche rilevano un notevolissimo aumento negli ultimi decenni delle spese dello Stato per garantire l’istituto del patrocinio gratuito, di cui riescono magari a beneficiare tanti evasori fiscali e lavoratori in nero, mentre ne restano esclusi i lavoratori regolari su fasce modestissime di reddito, i “quasi poveri”.

L’incontro presso l’aula Farias dell’Istituto Mons. Antonio Lanza è stato occasione di dibattito e ampia discussione su altre tematiche legate al sistema giustizia in Italia: l’aumento della conflittualità e l’uso speculativo della giustizia;

il catalogo di nuove tipologie di reati legati all’uso e abuso di internet ( truffe online, diffamazioni social), l’impatto statistico dei processi per la protezione internazionale dei migranti e non ultimo, nel corso del dibattito, il problema dei “processi mediatici”.

 

Stefania Giordano