Incontro fra i gruppi ecclesiali sull’enciclica “LAUDATO SI’” di Papa Francesco

Relazione di Enzo Bagnato
in rappresentanza del Movimento dei Focolari

Martedì 8 marzo, ore 17.30, Aula D. Farias, Seminario arcivescovile Pio XI  

 

PREMESSA

Ringrazio il Prof. Spadaro per l’invito rivoltomi come rappresentante del Movimento dei Focolari, un Movimento fondato da Chiara Lubich a Trento, durante la seconda Guerra Mondiale e che, all’attualità, abbraccia un popolo di più di 2 milioni di persone, sparse in 182 nazioni, appartenenti a diverse culture, religioni e tradizioni.

Il Movimento, forte della sua Spiritualità dell’Unità, imperniata sul testamento di Gesù “Che tutti siano Uno”, è in dialogo col mondo d’oggi, un dialogo a 360 gradi, sia all’interno della Chiesa Cattolica, sia con le diverse denominazioni cristiane (come anglicani, riformati, luterani, ortodossi, ecc.), sia con le altre Religioni, sia con persone di altre convinzioni.

Il dialogo con la cultura contemporanea è la sua espressione più aperta, ed abbraccia la politica, l’economia, l’ecologia, la medicina, ecc..

L’azione dei membri del Movimento vuole contribuire a rivitalizzare il tessuto sociale, promuovendo iniziative e progetti concreti a livello locale, regionale e internazionale, e organizzando convegni, percorsi di formazione, seminari e pubblicazioni.

 

RELAZIONE

Entrerò subito nel tema di oggi, sforzandomi di restare nei tempi imposti dalla regìa.

Le domande di fondo che scaturiscono dalla enciclica “Laudato sì” sono questioni sul senso della realtà che ci circonda:

  • A che scopo passiamo da questo mondo?
  • Per quale fine siamo venuti in questa vita?
  • Per che scopo lavoriamo e lottiamo?
  • Perchè questa terra ha bisogno di noi?
  • Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi?

 

Se queste domande non vibrano dentro di noi, spronandoci all’azione, sarà molto difficile riuscire a superare le sfide poste dalla crisi ambientale che stiamo vivendo.

Il comportamento irresponsabile dell’uomo, che invece di accudire, depreda la terra, sta producendo una forte perdita di biodiversità nel pianeta e la morte di molte specie viventi.

Il deterioramento del clima sta contribuendo alla desertificazione di intere regioni che influiscono decisamente sulle miserie, le morti e le migrazioni dei popoli. Saranno centinaia di milioni, tra qualche anno, gli emigranti climatici della terra, e quando arriveranno nei nostri Paesi magari diremo che sono clandestini!

E la cultura del nostro capitalismo, che ha bisogno di consumatori e lavoratori sette giorni su sette, comprese le domeniche, ha snaturato il mercato. La legge aurea del mercato dovrebbe essere quella del “mutuo vantaggio” e non il vantaggio egoistico di una parte a spese dell’altra, allorquando le imprese affamano le persone e depredano la terra, arricchendosi a spese dei più deboli. Lo spirito del commercio, così travisato, diventa “fonte di guerre” quando si allèa con lo spirito dell’avidità, con lo spirito di potere che produce la volontà di dominio e di sopraffazione dei popoli, per non parlare dell’alleanza tra un certo mercato e la criminalità.

Leggendo la “Laudato sì” ci si convince che questa crisi, nella sua drammaticità, rimanda ad una crisi più profonda, che investe la persona umana: essa è crisi etica, perchè l’uomo tecnologico contemporaneo, nella ricerca della sua indipendenza, si è autonominato padrone assoluto della natura e del proprio destino.

Secondo l’enciclica di Papa Francesco, la fede cristiana è chiamata in causa poichè il credente è invitato a recuperare la relazione originaria: non più il rapporto bipolare “uomo-natura”, con l’uomo spinto quasi sempre dalla logica del profitto, ma un rapporto tripolare “uomo-natura-Dio”. La natura, per noi cristiani, è l’espressione di Dio Creatore.

Dio è invisibile, ma nella natura Egli si manifesta. Per cui l’ambiente naturale non è una cosa di cui disporre, da soggiogare o da sfruttare, ma un dono di Dio per noi!

Se noi siamo nell’amore, ci accorgiamo che sulla terra tutto è in rapporto d’amore con tutto: dall’equilibrio che c’è tra gli esseri viventi, possiamo risalire al rapporto tra il Padre ed il Figlio. La persona umana, con il suo agire, con il suo lavoro, rivela la sua preziosa funzione: essere cioè compagno di viaggio della natura verso Dio.

Papa Francesco, riferendosi ai verbi “dominare” e “soggiogare” del libro della Genesi, tiene a spiegare che essi vanno interpretati correttamente, secondo il senso della “custodia”, come farebbe un buon amministratore, cosciente di non essere lui il padrone, ma di essere solo colui a cui la terra è stata affidata per essere gestita con gli stessi sentimenti che Dio nutre per essa. Purtroppo la traduzione in lingua italiana non ha favorito la comprensione immediata del significato “prendersi cura” della terra.

Oggi, le tante dottrine sull’etica ambientale hanno due impostazioni di fondo, totalmente contrastanti, una antropocentrica e l’altra fisiocentrica.

La prima afferma il ruolo dominante della persona umana all’interno del mondo naturale; la natura possiede il valore che la persona stessa vuole attribuirle.

La seconda impostazione, fisiocentrica, afferma la tutela assoluta della natura, indipententemente dagli interessi dell’uomo. E l’uomo, come un qualunque altro elemento biotico, deve uniformarsi alle leggi della natura. Di conseguenza è moralmente corretto tutto ciò che mantiene gli ecosistemi nelle migliori condizioni possibili .

Alla luce di quanto sopra detto, il pensiero cristiano è invitato a ridefinire il corretto rapporto tra persona e natura. Come?

La risposta va trovata alla luce del Cristo che realizza una trasformazione radicale della persona umana. Dice San Paolo: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate”. Incorporati in Gesù e ricolmi del suo Amore ci scopriamo legati fra noi da un profondo vincolo di unità, ci scopriamo “uno” fra noi in quanto siamo “una sola persona in Cristo Gesù”. Non siamo più degli individui ripiegati sulle anguste dimensioni della nostra esistenza, ma aperti su Gesù, ci apriamo anche su tutta l’umanità.

Ricolmi dello Spirito Santo diventiamo anche lievito di unità per l’intera creazione, e diventiamo persone che tendono a riavvicinare i popoli, le culture e le varie espressioni della vita umana come la politica, le scienze, l’economia.

Una persona umana,nel realizzare il dono di sè come figlio di Dio, vive in piena reciprocità con i suoi simili al punto da essere con loro “un cuor solo ed un’anima sola”, e vive trascinando l’umanità e il cosmo verso la vita stessa di Dio.

Questo antropocentrismo oblativo (amare senza contropartite) pone un argine alla dilagante cultura dello scarto che, con la sua logica dell’usa e getta, tende a giustificare l’accostamento utilitaristico verso le persone umane e l’ambiente.

Per Papa Francesco “la persona umana tanto più cresce, matura e si santifica quanto più vive in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature” e indica Francesco d’Assisi come esempio di colui che ha saputo vivere queste relazioni vitali come armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso.

Per far questo è necessario uno sguardo che sappia cogliere un Dio che, essendo Trinità, è in se stesso relazione.

Realizzare un nuovo modello per il rapporto uomo-natura secondo le indicazioni della “Laudato sì”, non sarà nè facile nè semplice, ma è tra le sfide culturali più grandi e urgenti che ci pongono i nostri giorni.

Riuscire in tale impresa comporterà una svolta epocale nella società umana: non basteranno soltanto scelte positive da parte di individui o nazioni, ma occorreranno anche cambiamenti strutturali nell’economia mondiale e nelle relazioni internazionali.

Sappiamo bene che tutto ciò non sarà possibile senza una nuova sensibilità al bene comune, alla destinazione universale dei beni, alla fratellanza universale, e senza un radicale cambiamento nei nostri comportamenti consumistici!

Intanto io cerco di impegnarmi a testimoniare personalmente questo nuovo stile di vita, risparmiando sul consumo dell’acqua, dell’energia elettrica, evitando il più possibile gli oggetti in plastica, camminando di più al posto di abusare dell’automobile, comprando solo ciò che serve, ripulendo il marciapiedi sotto casa mia, sensibilizzando le persone che incontro giornalmente, evitando ogni spreco e mettendo a disposizione dei più bisognosi il mio superfluo, facendo “fagotto” (come ci ha insegnato Chiara Lubich). Inoltre sono invitato spesso a raccontare la mia esperienza professionale maturata in seno al Corpo Forestale dello Stato, una esperienza straordinaria perché illuminata dalla Spiritualità dell’Unità che mi sono sforzato sempre di vivere. E così l’anno scorso ho presentato la mia storia in due importanti convegni internazionali, uno in Campidoglio a Roma ed uno a Castelgandolfo!

La società odierna, con le sue grandi ingiustizie, conferma la verità del Vangelo: non solo Lazzaro continua a cercare le briciole sotto i tavoli degli epuloni, ma da quelle tavole i “lazzari” sono tenuti sempre più lontani, e le briciole si possono trovare solo nelle discariche insieme ai rifiuti, le scorie, la sporcizia che inquinano anche le poche briciole di pane.

Questa sfida esige un modello antropologico nuovo,in cui la persona umana non si comporti come “dominatore” secondo la prospettiva antropocentrica, nè come un comune elemento biotico secondo la prospettiva fisiocentrica, ma come un soggetto cosciente e responsabile che è parte della natura e si realizza nel suo darsi, nell’attuare cioè il dono di sè ai suoi simili e alla realtà naturale di cui fa anch’egli parte.

Quindi un modello antropologico in cui si passi da un’ottica prevalentemente individuale ad un’ottica di comunione, da una ottica di gruppo limitato ad un’ottica di famiglia umana globale.

E qui, ogni popolo ed ogni cultura sono chiamati a dare il proprio contributo.

Concludo con una considerazione di Papa Francesco. Le comunità aborigene considerano la terra non un bene economico, ma un dono di Dio e degli antenati che in essa riposano, uno spazio sacro con il quale hanno il bisogno di interagire per alimentare la loro identità e i loro valori. Rimanendo nei loro territori, sono quelli che meglio se ne prendono cura. Avremmo da imparare molto da questo stile di vita!

Grazie per il vostro ascolto.

Enzo Bagnato