La burocrazia che discrimina le fasce deboli

Stefania Giordano

Il 9 febbraio 2024, con la relazione dal titolo “Povertà digitale e arbitrio della burocrazia: le nuove frontiere delle disuguaglianze”, Padre Sergio Sala, superiore dei Gesuiti di Reggio Calabria e componente del direttivo dell’Istituto di Formazione politico-sociale Mons. Antonio Lanza, ha dato testimonianza delle difficoltà che le persone più bisognose, indifese e impoverite devono affrontare per rapportarsi con la pubblica amministrazione.

L’inazione socio-economica è difatti aggravata dagli ostacoli della burocrazia, più difficoltosi in seguito all’introduzione delle tecnologie digitali, che paradossalmente avrebbero dovuto favorire la disintermediazione.

Partendo dalla citazione del testo del sociologo francese Vincent Dubois “Il burocrate e il povero”, ma soprattutto da un caso concreto di una persona in stato di disagio sociale alla ricerca di un’occupazione e poi del reperimento dei documenti necessari per l’assunzione, Padre Sergio ha descritto lo stato di alienazione indotto dalle procedure burocratiche, ad esempio per le richieste tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o tramite Carte elettroniche dotate di codici Pin e Puk, imposti anche a chi non possiede un computer o uno smartphone né ha competenze digitali specifiche.

Gli strumenti offerti dalla scienza e dalla tecnica – nati per favorire l’interazione con la pubblica amministrazione – rischiano di aumentare il divario tra ricchi e poveri, escludendo le persone con bassa scolarizzazione o anziane, gli impoveriti, gli stranieri, che sono proprio coloro che hanno maggiori necessità di rapportarsi con le istituzioni. La digitalizzazione e automazione delle procedure, vista positivamente dalle amministrazioni per i risparmi economici e la riduzione degli archivi, può essere di contro causa di diniego di diritti per le fasce deboli.

Al sud Italia inoltre, richiedere supporto ai Centri di Assistenza Fiscale o alla sede pubblica di riferimento può diventare un problema a causa della progressiva desertificazione territoriale dei servizi e per la carenza di personale aggiornato e formato sulle nuove competenze.

Un’opportunità di potenziamento dei servizi territoriali – ha ricordato il relatore – è derivata dalle misure nazionali di contrasto alla povertà, ma la debolezza di alcune amministrazioni comunali ha comportato notevoli ritardi nell’espletamento delle procedure di reclutamento del personale e di impiego dei fondi.

Padre Sergio ha anche richiamato il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2024 su “intelligenza artificiale e pace”, che al punto 5 riporta: <<In futuro, l’affidabilità di chi richiede un mutuo, l’idoneità di un individuo ad un lavoro, la possibilità di recidiva di un condannato o il diritto a ricevere asilo politico o assistenza sociale potrebbero essere determinati da sistemi di intelligenza artificiale. […] gli errori sistemici possono facilmente moltiplicarsi, producendo non solo ingiustizie in singoli casi ma anche, per effetto domino, vere e proprie forme di disuguaglianza sociale>>.

  In questo scenario problematico, è necessario continuare a garantire assistenza al pubblico e fornire supporto alla crescente complessità tecnica delle procedure: oltre a funzionari pubblici competenti e motivati, possono dare il proprio contributo anche operatori del terzo settore, giovani volontari e amministratori di sostegno.

 

Stefania Giordano