Da anni è un incubatore di progetti. Una fucina di idee, ma soprattutto un punto di riferimento per tanti immigrati. Grazie all’impegno di volontari, alla collaborazione sinergica di diversi organismi ecclesiali, e alla sperimentazione di percorsi sempre nuovi, l’Istituto di formazione politico-sociale “Mons. Lanza” ha offerto e continua a offrire svariate attività a servizio dei più deboli.
“Coinvolgere sempre di più i corsisti nelle nostre iniziative di servizio per la cittadinanza attiva”: con questa intenzione, Francesco Manganaro – direttore della scuola di formazione – ha illustrato ai corsisti le iniziative avviate da lungo tempo, e quelle in fase di rodaggio. A fare da apripista a questa esperienza – ha spiegato Manganaro – è stato il progetto di doposcuola per i ragazzi immigrati, nato sotto l’impulso di “Migrantes”. Nel corso del tempo, la scuola si è trasformata in un centro di socializzazione, un luogo di incontro anche per i genitori dei piccoli alunni. Un’esperienza che ha permesso agli stessi soggetti promotori di svolgere un cammino di crescita nella via dell’integrazione.
«Ricordo che nel periodo di Natale, si proponeva un momento di festa per i ragazzi. Poi abbiamo capito che per molti immigrati questa ricorrenza non assumeva un grande significato. E’ stata un’occasione utile per riflettere sul senso della multiculturalità». Da questa iniziativa, hanno poi preso avvio altre attività, ormai ben consolidate.
“Sportello Amico”, un servizio di assistenza e consulenza legale per immigrati, organizzato d’intesa con la Consulta per l’apostolato dei laici ed i giuristi cattolici; la scuola di italiano per stranieri e, dallo scorso anno, grazie all’aiuto dell’associazione medici cattolici, un corso di formazione per badanti, che verrà presto riproposto. Senza dimenticare l’allestimento di una biblioteca dei diritti fondamentali, grazie all’impegno congiunto con Amnesty International, che da anni svolge le proprie riunioni nella sede dell’istituto.
Un cammino graduale ma costante, quello dell’Istituto, come ricorda Francesco Sammarco, segretario della scuola di formazione. Poco a poco si sono costruite reti di solidarietà, che hanno trovato espressione presso l’Istituto. «Sportello Amico – ha precisato Sammarco – è nato da esigenze concrete, che si percepivano chiaramente stando a contatto delle famiglie di immigrati. Così, grazie alla cooperazione della Consulta delle aggregazioni laicali, della Caritas diocesana, delle Suore Scalabriniane e dei giuristi cattolici, si è dato avvio a un servizio di consulenza legale per gli immigrati. Attraverso l’impegno di volontari, avvocati e giovani avviati alla professione legale, lo Sportello si fa carico di molti casi concreti. Le pratiche vengono distribuite tra gli operatori, che si occupano di portare avanti il caso, accompagnando le persone presso le istituzioni interessate. La stessa Prefettura, la Questura e il Comune, considerano ormai lo Sportello come un soggetto che opera con competenza nella città, e a lui fanno riferimento.
Sportello Amico, d’altra parte, non è solo un luogo in cui si offre consulenza, ma è diventato un punto di riferimento per molte donne, che si rivolgono alle operatrici anche al di fuori dell’orario di apertura. Questo ci fa capire che coloro che collaborano, donano pienamente la loro disponibilità, e si aprono a contatti umani, che superano la mera professionalità. In tutti questi anni, l’istituto ha saputo creare dei rapporti personali con una forte ricaduta sul territorio, ed è diventato un vero centro di aggregazione per molte famiglie. Ha costituito un percorso importante e ha stimolato, a livello diocesano, la crescita di altre attività».
Vittoria Modafferi