Nella sua lezione tenuta ai corsisti dell’Istituto Mons. Antonio Lanza il 15 marzo 2024, il Prof. Claudio Meliadò, ordinario di lingua e letteratura greca presso l’Università di Messina e componente del direttivo dell’Istituto diocesano, si è soffermato sul problema delle diseguaglianze sociali e, in particolare, sull’apporto dei documenti sinodali concernenti questa tematica.
L’inizio del cammino sinodale – che è stato intitolato “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione” – si è celebrato a ottobre 2021: la sua finalità, sulla scia del Concilio Vaticano II, è stata quella di supportare tutte le componenti ecclesiali per “camminare assieme” e realizzare la missione più autentica della Chiesa, che si concretizzi in uno stile che sia testimonianza del Vangelo e incida nelle dinamiche della società.
Secondo Papa Francesco, ciò è impensabile senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del popolo di Dio e, come è riportato nella Evangelii gaudium, <<il modello non è la sfera>>, ma <<è il poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità>> (n. 236).
Il documento preparatorio al cammino sinodale, la cui conclusione è prevista a ottobre 2024, ha indicato dieci temi da approfondire a partire dai diversi contesti locali: i compagni di viaggio, anche fuori il perimetro ecclesiale; la qualità dell’ascolto, soprattutto dei laici, dei giovani, delle donne, delle minoranze, agli scartati e agli esclusi; poi il parlare con coraggio e parresia promuovendo uno stile comunicativo libero e autentico; il celebrare mettendo l’ascolto comunitario della parola e dell’eucarestia come fondamento del camminare insieme; la corresponsabilità nella missione; il dialogo nella chiesa ed ecumenico; la partecipazione; i metodi per discernere e decidere; il formarsi alla sinodalità.
Il cammino sinodale deve necessariamente confrontarsi con diverse sensibilità spirituali e culturali presenti nella Chiesa universale.
A Ottobre 2022 ha preso avvio la tappa continentale del Sinodo e il secondo anno della fase narrativa nelle diocesi.
Il professor Meliadò ha citato alcuni documenti sinodali redatti in vari Paesi del mondo che ricordano le diseguaglianze; le persone con disabilità; gli esclusi dalla società e dalla comunità ecclesiale; i poveri; le donne sfruttate; gli anziani soli; i migranti e i gruppi discriminati, le persone LGBTQIA +: volti e nomi e che richiedono solidarietà e accoglienza.
Tuttavia, come è emerso anche nella sintesi della conferenza episcopale italiana, il sinodo è sconosciuto fuori della Chiesa, molti sono ancora confinati nell’invisibilità e tanti non sono stati coinvolti nell’ascolto. Soprattutto la riflessione sinodale non si è tradotta in una concreta inclusione e le proposte operative sono risultate spesso limitate.
Serve una pastorale di prossimità, camminare insieme al prossimo aiutandolo a riconciliarsi con la propria fragilità. Non serve produrre documenti se non si aprono veri orizzonti di speranza.
Stefania Giordano