Il progetto “Non è la Zebra” presentato all’Istituto formativo Mons. Antonio Lanza

Stefania Giordano

L’ultimo incontro del mese di febbraio presso l’aula Farias ha ospitato gli ideatori del progetto “Non è la zebra”, Greta Durante, giornalista e sinologa, e Lorenzo Gagliardi, economista e ricercatore presso l’Università di Padova.

Con questo progetto entrambi hanno inteso realizzare un programma di divulgazione scientifica sulle scienze decisionali e comportamentali, che diffondono attraverso il loro canale social sulla piattaforma Instagram e che vanta già circa 35.000 followers.

Il tema proposto all’Istituto formativo Mons. A. Lanza è stato: “la percezione del cambiamento climatico nella mente di un negazionista”, con molti riferimenti a teorie della scelta, alla psicologia della disinformazione, e all’economia comportamentale.

Per spiegare i meccanismi che inducono a prendere decisioni e a crearsi un’opinione e soprattutto per capire come i “bias” cognitivi possano alterare la percezione degli eventi ed indurre ad errori di giudizio, il dott. Gagliardi ha citato la teoria dei processi duali dello psicologo Daniel Kahneman, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2002.

Secondo questa tesi esistono due sistemi di pensiero: il primo è un modo di ragionare intuitivo e impulsivo, basato su stereotipi e su giudizi affrettati e superficiali, che tiene conto di pochi dati; il secondo è invece un modo di ragionare più deliberato e attento, ma anche più difficile e complesso, perché prevede che molti dati vengano analizzati con attenzione, e che si decida con razionalità.

È possibile ad esempio negare superficialmente il cambiamento climatico perché in alcune aree del pianeta si raggiungono ancora temperature polari, o perché si afferma che i disastri ambientali causati dal maltempo ci siano sempre stati o solo perché non ci si preoccupa delle conseguenze di lungo periodo e delle future generazioni.

Per fortuna, come ha rilevato la dott.ssa Durante, i giovani sono più sensibili e preoccupati della questione climatica (si pensi al noto movimento ambientalista internazionale Fridays for Future).

Interessante lo spunto conclusivo offerto dall’intervento del dott. Vincenzo Musolino, componente del direttivo dell’Istituto: se pregiudizi e bias cognitivi influenzano l’interpretazione della realtà e se è illusorio credere che tutti aderiscano alla verità scientifica e statistica come unica fonte di conoscenza, allora può intervenire la politica a determinare nuovi paradigmi, nuovi indirizzi e provvedimenti che portino ad affrontare la sfida del cambiamento climatico.