Il 7 marzo 2025 presso l’Istituto Mons. A. Lanza si è discusso della storia, della realtà e delle prospettive future del Parco Nazionale d’Aspromonte con due relatori molto noti per aver contribuito con il loro lavoro alla rinascita di un territorio a lungo considerato impenetrabile, pericoloso e irredimibile. Il dott. Francesco Tripodi ha introdotto l’incontro presentando Alfonso Picone Chiodo, agronomo e funzionario dell’Università Mediterranea, nonché ideatore e curatore dell’apprezzato blog “L’Altro Aspromonte” e il prof. Giuseppe Bombino, docente di Idraulica presso il Dipartimento di Agraria, già Presidente del Parco dal 2013 al 2018 e componente della Commissione tecnica del Pnrr per il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima del Ministero dell’Ambiente.
Il dott. Picone, che ha avuto come precursori delle esplorazioni dell’Aspromonte i professori Domenico Minuto e Franco Mosino, ha raccontato del movimento pioneristico di “camminatori” di cui ha fatto parte che ha tracciato e percorso i sentieri della montagna reggina a partire dagli anni Ottanta del ‘900.
In quel periodo quei luoghi erano considerati inaccessibili, ed erano un nascondiglio della criminalità che vi portava le persone sequestrate per fini estorsivi.
A quella tragica stagione si volle contrapporre la riscoperta delle bellezze naturalistiche, paesaggistiche e archeologiche; la libertà di poter percorrere i sentieri; lo sviluppo di un’economia sana basata sull’ecoturismo e l’ospitalità diffusa. Per questo fine si è collaborato con Associazioni di rilievo nazionale come CAI, Legambiente, WWF, e diverse Istituzioni e studiosi si sono occupati di ricerche e pubblicazioni sul patrimonio storico, ambientale, religioso, etnoantropologico (fortificazioni, chiese basiliane, rifugi pastorali, antiche vie, minerali e piante, grotte, affreschi, ecc.).
Di forte impatto emotivo sono state le parole utilizzate dal prof. Giuseppe Bombino per esprimere le contraddizioni dell’Aspromonte, una montagna che, a suo dire, sintetizza una serie di eccezioni: «chi lo attraversa non attraversa solo un luogo fisico perché è percezione, castigo, preghiera, è umanità, è uno sforzo della geologia, uno spasmo della natura».
Negli anni in cui ha presieduto il Parco, Istituzione che ha lo scopo di proteggere e tutelare questo sistema di valori, ha inteso coinvolgere attivamente i residenti nelle operazioni di custodia della natura e di sviluppo di micro attività imprenditoriali legate al turismo e ai prodotti locali.
Tra le tante iniziative intraprese: i pastori sono stati resi corresponsabili dei controlli contro gli incendi boschivi; era stato ideato un progetto per la produzione di prodotti caseari; sono stati sperimentati pacchetti turistici in collaborazione con il Museo Archeologico di Reggio Calabria e si è dato risalto alla cultura greca della cosiddetta “isola ellenofona”.
Le esperienze vissute e raccontate dai relatori hanno dimostrato come la montagna aspromontana da “problema” possa essere considerata “risorsa”. Permane tuttavia, come emerso dal dibattito, la questione del progressivo spopolamento dei borghi e delle aree interne che la politica non può ignorare.