Secondo le più recenti indagini statistiche, in Italia la dispersione scolastica si attesta attorno ad una percentuale del 12,7% nella media europea, con punte del 21% in Sicilia e tra il 14-17% in Puglia, Campania e Calabria.
Il ruolo delle istituzioni scolastiche nella prevenzione del processo di uscita precoce dal sistema educativo, è stato oggetto della lezione che la professoressa Alessandra Priore ha tenuto ai corsisti dell’Istituto superiore di formazione Antonino Lanza il 26 ottobre 2023. La docente insegna Pedagogia generale presso il Dipartimento DIGIES dell’Università Mediterranea, dove dirige anche un master sulla tutela dei minori disagiati e partecipa al progetto “Insieme”, sviluppato per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno.
Al fine di garantire il successo formativo dei giovani, come riporta il regolamento dell’autonomia scolastica citato dalla docente, la scuola deve intraprendere interventi mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alle domande delle famiglie e alle caratteristiche dei soggetti coinvolti.
L’indicatore della dispersione scolastica, secondo la definizione dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, fa riferimento alla mancata o incompleta o irregolare fruizione del percorso educativo, ma anche ad una frequenza “passiva”, con basse performance di rendimento. Le cause derivano da diversi fattori, di tipo socio-culturale, economico, e sono collegate alla crisi educativa attuale delle società occidentali e alle nuove forme di marginalità. Si tratta quindi di un problema complesso che non riguarda solo la scuola, ma l’intero contesto sociale e politico.
Negli ultimi decenni, a livello europeo, è in atto un deciso tentativo di arginamento al fenomeno e Il recente Rapporto Europeo sulla Politica Scolastica del 2022 ne riporta le politiche di contrasto, partendo da una visione globale e inclusiva dell’istruzione che metta al centro lo studente. Gli interventi devono riguardare innanzitutto il supporto agli studenti, l’attenzione al loro benessere, al loro coinvolgimento e anche all’orientamento nelle scelte. Si deve lavorare inoltre sulla governance della scuola; sulla qualità e competenza del personale docente (e sulla formazione dello stesso); sul coinvolgimento delle famiglie nell’ottica della co-responsabilità e anche di attori esterni, per costruire delle reti territoriali che possano sostenere la scuola contro la dispersione.
Durante la lezione i corsisti, tra i quali quest’anno sono presenti anche diversi docenti, hanno riflettuto sulle criticità del sistema scolastico attuale, che sembra prestare maggiore attenzione a indicatori e standard da raggiungere, piuttosto che al soggetto discente, legittimando talvolta anche delle competizioni escludenti. Inoltre le modalità tradizionali di apprendimento possono apparire obsolete e inadeguate ad una generazione che crede di poter apprendere più rapidamente attraverso gli strumenti digitali. Per questo la scuola dovrebbe mostrarsi pronta al cambiamento, come uno spazio di apprendimento aperto, pronta ad offrire sostegno all’ambiente in cui è inserito lo studente e che al tempo stesso riceva supporto dalla comunità in cui è inserita, in un progetto ampio e collaborativo di educazione. Perché la scuola, come è stato ricordato, deve relazionarsi con il contesto nel quale opera e offrire al discente non solo contenuti ma anche gli strumenti conoscitivi con i quali approcciarsi alla vita.
Stefania Giordano