Trovare vie d’uscita non violente dalle dinamiche del sistema economico globale è un’esigenza avvertita dal magistero della Chiesa. In particolare, l’enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI suggerisce di cercare delle soluzioni condivise e pacifiche per superare effetti negativi prodotti da un mercato globale privo di regole. L’orientamento della dottrina sociale della Chiesa è stato esaminato da don Domenico Marturano – vicario episcopale per la cultura – durante una lezione all’Istituto di formazione politica “Mons. Lanza”.
L’enciclica – ha spiegato il docente dell’Istituto – constata che la logica di mercato manca di norme improntate a giustizia, e ritiene pertanto necessarie forme di solidarietà e fiducia reciproca, auspicando inoltre che la politica torni ad esercitare il ruolo guida che le è proprio. La globalizzazione ha, d’altra parte, innescato dei processi che non si possono comprimere o ignorare. Molti Paesi – come la Cina, il Brasile, l’India – hanno conosciuto uno sviluppo impensabile fino a qualche anno addietro, provocando un certo sconquasso negli equilibri economici dei Paesi più ricchi. La delocalizzazione della produzione ne è un esempio. Che ci pone di fronte alla questione del cambiamento del modo di concepire l’impresa. Questa ha finora curato i soli interessi della proprietà, mentre sarebbe opportuno che si occupasse anche delle esigenze dei lavoratori, dei clienti, delle comunità in cui sono inseriti. Inoltre – ha sottolineato don Marturano – le imprese hanno spesso investito il loro capitale in prodotti finanziari, usando così i profitti in modo sconsiderato.
Una maniera responsabile di impiegare i profitti è realizzata da un tipo nuovo di impresa, orientata all’economia di comunione, che usa parte degli utili per finanziare progetti nei Paesi in via di sviluppo. La stessa redistribuzione delle ricchezze a livello planetario è auspicata fortemente dal pontefice che ribadisce come l’inclinazione al consumismo, tanto diffusa nelle nostre società – dove il mercato vive di consumi, li gestisce e li fa desiderare – debba essere superata, perché elimina ogni forma di solidarietà e aumenta l’individualismo. Anche la visione antropologica oggi prevalente è individualistica e consumistica: esalta cioè la ricerca del benessere materiale e isola l’uomo-consumatore. Una corretta antropologia, invece, sottolinea la relazionalità dell’uomo che si realizza appunto nel rapporto con gli altri e con Dio.
Dal punto di vista culturale è indispensabile pensare al futuro delle prossime generazioni, cercando di lasciare loro un mondo vivibile. Ecco perché urge cambiare gli stili di vita corrente, disciplinare lo sfruttamento delle energie non rinnovabili e soprattutto governare la natura in modo responsabile per custodirla e coltivarla. Il documento, poi, mette in guardia dal pericolo di un uso sbagliato della tecnica, soprattutto nel campo della bioetica, dove il suo potere è spesso considerato autonomo e assoluto, alimentando l’illusione dell’onnipotenza dell’uomo. È necessario, invece, usare la tecnica con responsabilità etica.
La Caritas in veritate si sofferma, inoltre, sulla necessità di costituire un’autorità politica mondiale che governi l’economia globale. Essa deve essere riconosciuta da tutti e deve avere la capacità di fare rispettare le proprie decisioni, al fine di garantire la sicurezza, la giustizia e il rispetto dei diritti. Il problema della creazione di un organismo sovranazionale per realizzare un nuovo ordine giuridico in campo finanziario è stato affrontato dal Pontificio Consiglio della giustizia e della pace. Questo dicastero nel 2011 ha prodotto un documento nel quale risuona chiaro l’auspicio della nascita di nuovi sistemi monetari e finanziari e di mercati liberi e stabili, disciplinati da un quadro giuridico certo e adeguato. Il Pontificio Consiglio – ha ribadito don Marturano – mette in luce la necessità di un intervento incisivo che stabilisca delle regole per porre fine alla giungla finanziaria in cui siamo immersi. Le maggiori difficoltà finora riscontrata sono venute dalla mancanza di regole condivise e dal fallimento di organismi di garanzia come il Fondo monetario internazionale. I rimedi suggeriti sono la nascita di nuovi sistemi di cambio, e la creazione di una Banca centrale mondiale. Tra le proposte fattibili rientra una tassazione delle transazioni finanziarie, che, se fosse istituita a livello globale, potrebbe aiutare le economie colpite dalla crisi o sostenere lo sviluppo dei Paesi più poveri; altrettanto proponibile è un ritorno alla distinzione delle banche di credito da quelle di investimento finanziario. Infine il documento invita a immaginare percorsi e soluzioni che nel breve periodo potrebbero anche sembrare destabilizzanti per le forze costituite, ma che alla lunga si rivelano buoni per il bene comune e per l’avvenire di tutti.
Concludendo la sua lezione don Marturano ha sottolineato che Benedetto XVI nel recente discorso al corpo diplomatico non ha mancato di ricordare che l’origine della violenza è generata dall’oblio di Dio, perché la pace non è frutto del solo sforzo umano bensì è partecipazione all’amore divino. Anche una distorta visione di Dio origina conflitti creando fanatismi e fondamentalismi religiosi. La pace, inoltre, si costruisce anche a partire dalla tutela dei diritti dell’uomo. L’attuale crisi economica lo insegna, dal momento che è stata provocata dall’assolutizzazione del profitto a danno del lavoro, assecondando gli interessi dell’economia finanziaria a discapito dell’economia reale. Occorre recuperare pertanto il senso del lavoro e di una giusta remunerazione. E se preoccupa l’indice differenziale tra i tassi finanziari, ammonisce il papa, dovrebbero molto più indignare le differenze economiche e sociali tra pochi sempre più ricchi e molti sempre più poveri.
Vittoria Modafferi