Padre Sergio Sala, Superiore dei Padri Gesuiti di Reggio Calabria, ha tenuto una lezione al corso annuale 2024/2025 dell’Istituto di formazione superiore Mons. A. Lanza, dal titolo “Il Magistero della Chiesa Cattolica e la percezione che hanno fedeli e non fedeli”.
Il Magistero costituisce una parte della Chiesa, – ha esordito padre Sala – la comunità dei fedeli è anch’essa Chiesa e può pertanto esprimere pienamente la propria opinione sulle questioni inerenti alla vita ecclesiale.
Il Magistero della Chiesa cattolica rappresenta l’insegnamento ufficiale, con il quale si conserva e si trasmette attraverso i secoli il “deposito della fede”: all’interno di questo deposito troviamo il contenuto della Rivelazione di Dio, le Sacre Scritture e la Tradizione.
C’è poi il “deposito della morale”, costituito da norme, comandamenti e prescrizioni. Il Magistero si esercita in genere nella catechesi e nella predicazione, con parole e con scritti.
Le persone che lo compongono sono principalmente il Sommo Pontefice, i Vescovi in comunione col Papa, i membri dei dicasteri, le sedici congregazioni vaticane, tra cui il Dicastero per la dottrina della fede, il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.
Il Magistero non si occupa solo di fede, dogmi e sacramenti, poiché esiste anche il cosiddetto Magistero positivo, che interviene su altri aspetti della vita: la bioetica, la vita familiare, i rapporti ecumenici ed interreligiosi, e più in generale le questioni che prima del Concilio Vaticano II venivano indicate come “le cose del mondo”.
Le percezioni che i fedeli e i non fedeli hanno del Magistero possono essere molto diverse secondo le età, la cultura, il luogo in cui si vive, e – ha ricordato Padre Sala – ognuna di esse ha il diritto di essere espressa: meglio un dibattito acceso che la mancanza di dibattito e di dialogo.
Infatti compito del Magistero è quello di insegnare e non di reprimere le idee diverse, benché spesso sembri prevalere il sentore di una Chiesa protesa all’autoconservazione piuttosto che all’accompagnamento misericordioso alla vita.
La percezione di un’organizzazione rigida si può ridimensionare leggendo gli atti ministeriali di Papa Francesco, che ha scelto di utilizzare i codici della gioia come elemento unificante di tutti i suoi documenti.
Per citarne alcuni: le esortazioni apostoliche “Evangelii gaudium”, “Gaudete et exsultate”, le lettere encicliche “Amoris laetitia”, “Laudato si’” e “Dilexit nos”.