La lezione del prof. Fabio Domenico Palumbo, filosofo e psicologo, tenuta il 26 gennaio all’Istituto di formazione politico-sociale Antonio Lanza, ha inteso stimolare una riflessione sulle dinamiche di gestione dei conflitti, sia individuali che, su ampia scala, tra popoli.
La disanima delle contraddizioni interne agli esseri umani può essere il punto di partenza per comprendere l’irragionevole paradosso delle tendenze distruttive e la psicanalisi, secondo il prof. Palumbo, può offrire il proprio contributo al tentativo di interpretare la natura umana.
Diversi psicanalisti, infatti, a partire da Freud, hanno indagato le antinomie interne all’animo umano e la coesistenza di passioni antitetiche che vanno oltre la ricerca del bene e dell’istinto di conservazione, in sintesi le due pulsioni ambivalenti Eros/Thanatos. Sono stati citati Melanie Klein, esperta di psicanalisi infantile, la cui idea di fondo è la relazione ambivalente con l’altro sin dall’origine della vita umana; Jacques Lacan e la teoria della dialettica tra bisogno e desiderio; Donald Winnicot che usò il termine “oggetto transizionale” per indicare la sublimazione di un’assenza in un oggetto.
Le dinamiche di aggressività e di frustrazione, secondo questi studiosi, sono parte sin dal principio della psicologia dello sviluppo dell’affettività e la proiezione paranoica della parte distruttiva del sé verso un nemico esterno genera i conflitti. Di contro, la pietà, la gratitudine e la partecipazione affettiva sono la base per diventare capaci di riconoscere e amare l’altro come soggetto e non come un “oggetto” di cui si ha bisogno.
In conclusione si è parlato di un volume ripubblicato di recente per la sua drammatica attualità: “Psicanalisi della guerra” di Franco Fornari, edito per la prima volta nel 1966 in piena guerra fredda, nel momento in cui gli intellettuali si chiedevano come si potesse fermare un eventuale conflitto atomico.
L’autore riprese tutte le teorie psicoanalitiche sulla guerra, e sostenne la necessità di responsabilizzare gli individui nel ruolo di costruttori di pace.
Stefania Giordano