Percorsi professionali per lo sviluppo sostenibile: testimonianze e progetti “Comuni virtuosi e risparmio energetico”

Chi ha mai pensato che le scelte di un’amministrazione locale possono avere delle ricadute in termini di pace, giustizia sociale, solidarietà? Chi crede che le esperienze virtuose di un territorio possono incidere sulle grandi sfide a livello globale? Sembrerebbero utopie di uno sprovveduto sognatore. Invece molti esempi concreti ne confermano la possibilità. E l’incontro dal tema “Comuni virtuosi e risparmio energetico” svoltosi nel salone della Provincia di Reggio Calabria su iniziativa dell’associazione culturale Azimut – con il patrocinio dell’Università Mediterranea, il Centro servizi l’Acquario e l’Istituto di formazione politico “Monsignor Lanza” – è stato un momento significativo per riflettere su questi argomenti. Tra i relatori al tavolo di lavoro, Michele Dotti, educatore e volontario di Mani Tese, Andrea Casile, sindaco del comune di Bova e Maurizio Malaspina di LA.TE.VIS – Vallata del Gallico.

In particolare Michele Dotti, che ha alle spalle esperienze di cooperazione allo sviluppo in Burkina Faso, ha raccontato la sua “avventura” di viaggio lungo l’Italia, alla scoperta dei progetti di sviluppo sostenibile realizzati da alcuni Comuni dello Stivale. Questa esperienza è stata raccolta in un libro intitolato “L’Anticasta. L’Italia che funziona” – di cui è coautore insieme a Marco Boschini. Dotti ha spiegato che molte giunte comunali hanno realizzato programmi straordinari in alcuni settori specifici, attuando progetti di risparmio energetico, raccolta differenziata di rifiuti, uso delle energie rinnovabili, gestione dell’acqua e opere di urbanistica. Tutte le esperienze considerate hanno una duplice valenza. Sono progressi compiuti dalla società civile in tema di sostenibilità. Nonché scelte responsabili che possono produrre un cambiamento culturale sempre più necessario. Dotti si è detto soddisfatto dello spazio che questi temi hanno avuto sui mass media, riuscendo a veicolare il messaggio che ciò che è giusto è anche vantaggioso. I progetti di sviluppo sostenibile, infatti, hanno portato non solo benefici ecologici ma anche vantaggi in termini di risparmio economico, di creazione di posti di lavoro, di produzione di utili, di partecipazione alla vita attiva della comunità, di coesione sociale. La chiave di volta è stata la fiducia degli amministratori locali che hanno permesso ai cittadini di partecipare ai problemi del territorio. E grazie alla buona riuscita di queste esperienze, la qualità della vita è migliorata, rendendo tutti soddisfatti. Sarebbe quindi auspicabile dare visibilità alle buone opere perché possano fungere da esempio e innescare fiducia in altri attori della vita pubblica. In questo modo, inoltre, si potrebbe smontare – secondo Dotti – l’immagine di un Paese che condivide vizi e immoralità della “casta”. Il tentativo di ribaltare questa prospettiva coincide col fare salire la moralità dal basso, attraverso l’esempio della gente onesta che fa bene il suo lavoro.

Gli interventi di Casile e Malaspina hanno consolidato l’assunto che la crescita di un territorio avviene tramite la partecipazione dei suoi cittadini. Il sindaco di Bova, Andrea Casile, ha illustrato le opere che si stanno realizzando nel suo comune grazie ai finanziamenti europei e alla collaborazione di studenti universitari e cittadini di buona volontà. Mentre Malaspina ha ricordato l’esperienza della Vallata del Gallico, in cui è cresciuta la consapevolezza del territorio, ricco di potenzialità che, se bene impiegate, possono diventare risorse. In questo processo di sviluppo i cittadini, coinvolti nei processi decisionali, diventano sempre più parte attiva e indispensabile.

Vittoria Modafferi