Una persona umile ma allo stesso tempo schietta e appassionata. Un uomo che ha amato i suoi concittadini e la sua città. Fino al punto di denunciarne brutture, problemi e guasti. Non per il gusto della facile denuncia, ma nella speranza fattiva di trovare valide soluzioni. Chi ha conosciuto Guido Crucitti – apprezzato barbiere di professione – lo ricorda così, come un uomo attento ai disagi del capoluogo reggino, e ancor più ai bisogni dei poveri, dei derelitti, dei sofferenti. Per decenni Crucitti si è impegnato in prima persona a scovare le situazioni di degrado, documentandole con la sua macchina fotografica e segnalandole ai quotidiani o ai periodici locali, tramite lettere indirizzate agli uomini di potere (amministratori locali, prefetti, vescovi). Oggi, le sue denunce hanno preso la forma di una pubblicazione intitolata “Lettere d’amore alla mia città”, un volume edito da Città del Sole, testimonianza di un’autentica passione civile e di un amore per il prossimo posseduti in sommo grado dal Crucitti. L’opera postuma – Guido Crucitti è scomparso nel febbraio 2008 – è stata presentata nel Salone delle conferenze della Provincia di Reggio Calabria, dallo stesso editore Franco Arcidiaco, con il patrocinio dell’Istituto di formazione politica “Mons. A. Lanza”.
Arcidiaco ha ammesso come il signor Crucitti brillasse per la capacità di essere un vero difensore civico, in una città in cui si registra spesso uno scarso senso civile. L’editore ha poi ricordato le innumerevoli “buste gialle” recapitate presso la redazione del periodico da lui diretto, lettere di denuncia di fatti o circostanze problematiche, avvalorate da fotografie da lui stesso scattate, ma corredate di soluzioni e proposte.
Anche il professore Manganaro – direttore del “Lanza”- si è detto onorato di sponsorizzare questa iniziativa, additando il Crucitti come un esempio di coscienza civica attenta e vigile verso i problemi della città. Egli può essere considerato come l’emblema di una partecipazione che spetta a tutti i cittadini e non compete solo agli specialisti della politica o ai tecnici.
L’avvocato Vincenzo Panuccio ha poi recensito il libro, soffermandosi a constatare le caratteristiche degli interventi del Crucitti. Ciò che colpisce – ha affermato – è l’aspetto propositivo che si riscontra. Le sue epistole non si fermavano alla protesta ma si offrivano di collaborare con gli amministratori per cercare le soluzioni. In lui era viva la consapevolezza che i grossi problemi derivano dai piccoli trascurati e che per migliorare la qualità della vita è indispensabile la collaborazione dei cittadini. Crucitti intraprese migliaia di lotte, rivolgendo la sua azione soprattutto verso gli sventurati e i poveri. Ma fu anche un acuto osservatore dei luoghi, e le sue segnalazioni hanno portato a concrete realizzazioni da parte delle autorità competenti, mentre altre, purtroppo, rimasero problemi irrisolti. L’avvocato Panuccio ha messo poi in evidenza le elevate doti morali del noto barbiere. Una sua caratteristica – ha affermato – era l’insistenza, che prima o poi è in grado di spezzare l’indifferenza e la durezza del cuore.
Dopo l’intervento di Vincenzo Panuccio, la parola è passata al giudice Francesco Tripodi, che ha conosciuto personalmente Guido Crucitti e ha collaborato alla selezione delle lettere per la pubblicazione. Proprio questo lavoro gli ha consentito di rivivere un pezzo di storia della città e valutare il progresso compiuto dal capoluogo reggino, lungo gli anni in cui Crucitti denunciava disagi e sofferenze. Il bilancio – secondo il magistrato – è positivo: le situazioni terribili dei derelitti sono quasi scomparse e anche molte brutture non ci sono più. La speranza è che il libro sia una pubblicazione a tempi lunghi, che va meditata e fatta lievito per la città e per i cittadini.
Infine Tripodi ha lodato la “cittadinanza mite di Crucitti, che però oggi non è più di moda, anzi sembra una linea perdente perché è più facile denunciare e gridare”.
Anche Carlo Parisi – segretario regionale della Federazione nazionale della stampa – ha tratteggiato con una certa emozione la figura di Crucitti, nella cui normalità si erigeva una straordinaria grandezza. “È stata per anni la coscienza vera della città – ha affermato – un esempio concreto di cittadinanza attiva, che ha avuto il coraggio di firmarsi, sfidando persino l’irrisione pubblica. Molte opere realizzate in città si devono a lui, che ha mostrato che possiamo essere cittadini di una città che non ha bisogno di nessuno. E se oggi ciascuno è stimolato a compiere il proprio dovere di cittadino è grazie anche all’esempio offerto da Guido Crucitti”. Di lui Parisi ha anche ricordato lo stile pacato e riservato: “veniva in redazione in punta di piedi e lasciava una lettera che doveva essere poi amplificata dalla coscienza del giornalista. Ciò che il giorno dopo diventava un tuono, per lui era un sussurro”.
Infine, a rendere omaggio a un uomo mite e semplice ma di grande statura morale, sono intervenuti amici di vecchia data e amministratori di ieri e di oggi. Tutti concordi nel riconoscere in Guido Crucitti un paladino della sua amata città e dei suoi abitanti più poveri e deboli.
Vittoria Modafferi