Presentazione “Dichiarazione sulle elezioni politiche regionali del 28-29 marzo 2010”

Un appello agli elettori perché scelgano in modo attento e responsabile i propri rappresentanti. Ma anche un richiamo forte ai candidati alle prossime elezioni regionali, perché assumano degli impegni seri e concreti. Il tutto in una dimensione etica della politica che serva a instaurare un clima di collaborazione a servizio del bene comune. Questo è il contenuto della “Dichiarazione sulle elezioni politiche regionali del 28-29 marzo 2010” elaborato dall’Istituto di formazione politico–sociale “Mons. A. Lanza”, con il contributo e l’adesione di numerosi gruppi e movimenti ecclesiali della diocesi. Il documento è stato presentato alla stampa dal Direttore della scuola di formazione, l’avvocato Francesca Panuccio. All’incontro hanno preso parte alcuni rappresentanti delle associazioni del mondo cattolico, che sono intervenuti a rimarcarne alcuni aspetti.

La prof.ssa Panuccio ha spiegato che il documento è frutto di un lavoro comune, è il risultato di un confronto tra gruppi che ha portato a delle conclusioni convergenti. Fatto estremamente importante e positivo. Che ha avuto persino una risonanza nazionale, grazie alla pubblicazione di una sintesi sul quotidiano di ispirazione cattolica “Avvenire”. La diffusione del testo – a detta della Panuccio – è un riconoscimento del ruolo svolto dall’Istituto, che lavora a servizio dell’uomo e per far crescere le coscienze. Quanto al contenuto, il documento ha voluto sollecitare l’elettore a riflettere su alcuni valori non negoziabili, che nessun programma politico può ignorare, se si vuole muovere in un orizzonte di senso. Questi valori riguardano la dignità umana, la sacralità della famiglia fondata sul matrimonio, il diritto al lavoro con una retribuzione dignitosa. L’elettore guarda la realtà concreta – ha affermato ancora la Panuccio – e pone attenzione a questi punti, che non sono semplici dichiarazioni di voto.

L’aspetto concreto del documento è stato sottolineato anche dal prof. Antonino Spadaro del MEIC, che ha ribadito la dimensione “forte” e non “soft” di questa dichiarazione, nella misura in cui impegna moralmente il candidato che vi aderisce. Sebbene non costituisca un vincolo giuridico, il documento assume il valore di  una clausola di etica politica. «Il candidato che dice di essere pronto a condividerlo – ha dichiarato Spadaro – e poi nei fatti non si impegna ad approvare una legge che diminuisca gli stipendi dei consiglieri, o non riduca il numero dei consulenti esterni, degli assessori, ecc…, non solo non è più credibile ma deve darne conto all’elettorato». Elettorato a cui il documento fa appello perché svolga oculatamente e con coscienza il suo ruolo.

Ettore Triolo – presidente diocesano di Azione Cattolica – ha sottolineato proprio questo punto, affermando come sia una responsabilità dei cristiani quella di sapere scegliere bene i candidati. «Oggi c’è una accresciuta consapevolezza e maturità dell’elettore cattolico, per cui è più difficile “orientarne” il voto» ha concluso Triolo. Che ha anche rilevato il carattere particolare che riveste il documento per la nostra terra. «Se la liberazione da certe ataviche situazioni non parte mai, e continuiamo a lamentarci, e se il cambiamento non parte dal basso, abbiamo poco da sperare e da lamentarci, perché ne siamo i maggiori responsabili».

Giuseppe Marino – del Laboratorio Bachelet – ha evidenziato il messaggio di speranza insito nel documento. «Con questo appello si vuole dire che un cambiamento della realtà è possibile se passa attraverso un mutamento di mentalità dei cittadini». Il cui atteggiamento vigile e responsabile è necessario quando si esercita il diritto di voto.

Lo ha ricordato Francesco Tripodi della FUCI, che ha spiegato, inoltre, come il documento sia un modo per dire che «noi cristiani non possiamo più scendere a compromessi e piegarci alle logiche del mondo. Ma dobbiamo sempre perseguire un ideale alto di politica».

Invito, questo, che va diffuso a tutta la cittadinanza, non solo all’elettorato cattolico, come ha ben ricordato l’avv. Silvio Dattola – dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.

La prof.ssa Giovanna Cassalia – docente dell’istituto Mons. Lanza – ha poi rammentato che la stessa dimensione di fede non può dimenticarsi e prescindere dalla dimensione politica o civica, che è la partecipazione continua dell’uomo nella società.

Il legame che intercorre tra politica e società è stato messo in luce anche dal prof. Francesco Manganaro, docente dell’Istituto, che ha evidenziato come l’evoluzione della classe politica è la conseguenza di una crescita della società civile. Ecco perché il documento non è solo una dichiarazione di intenti, né ha un carattere prescrittivo solo per alcuni. Ma è piuttosto un invito rivolto a tutti perché ognuno si assuma le proprie responsabilità, e collabori all’attuazione del bene comune.

La prof.ssa Panuccio ha infine illustrato un ulteriore punto indicativo della dichiarazione, definendolo un segno di speranza, soprattutto se collegato al tentativo di ripiegamento nella sfera privata, atteggiamento che sembra molto diffuso tra i giovani. «Il senso di vigilanza che il documento vuole sollecitare, è un appello a crescere nella dimensione dell’apertura agli altri e dell’impegno per il bene comune».

Vittoria Modafferi