L’11 novembre i corsisti dell’Istituto Superiore Mons. A. Lanza hanno ragionato sulle forme possibili di capitalismo non violento, rivisitando l’opera del grande pensatore Michael Novak con il Professore Flavio Felice, ordinario di storia delle dottrine politiche.
Novak, filosofo cattolico-liberale statunitense, autore nel 1982 del volume Lo spirito del capitalismo democratico e nel 1993 di “L’etica cattolica e lo spirito del capitalismo”, teorizzò un’economia di libero mercato legata e moderata da un sistema di libertà politiche, con un ordinamento realmente democratico, e da un sistema di libertà dello spirito.
Questo lo portò a criticare duramente le esperienze autoritarie e totalitarie del ventesimo secolo, ma anche il conservatorismo ostile al dinamismo e al cambiamento e dunque alla libertà: nel suo ideale di capitalismo democratico le persone devono essere messe in grado di autocontrollarsi e autodeterminarsi, la società va mantenuta il più possibile libera e lo Stato – salvo i servizi essenziali – interviene in via sussidiaria.
Il Professore Felice ha esposto anche l’analisi critica al concetto di giustizia sociale, che non può identificarsi nel corporativismo né nel programma politico elettorale di una sola parte.
Le persone, seguendo i propri talenti, collaborano attraverso l’associazionismo al raggiungimento del bene comune.
Insomma è la società civile a svilupparsi più che lo Stato, che anzi non deve interferire in tutto ciò che l’individuo può fare da sé. Figura centrale appare quella dell’imprenditore, che nel suo lavoro dovrebbe mostrare le virtù della creatività, dell’amore per la comunità e del senso pratico del realismo.
Il concetto di capitalismo in Novak è dunque un sistema spinto dall’intraprendenza, dal merito, dall’intelligenza e dalla capacità innovativa delle persone e, in questo senso, realizza la sovranità dell’individuo.
Il relatore non ha omesso di citare le numerose critiche al pensiero del filosofo, che resta comunque uno dei principali studiosi contemporanei del possibile rapporto tra liberalismo e cattolicesimo.
Merita di essere ricordato che, in una delle sue ultime interviste al Corriere della Sera, Novak definì Papa Francesco “un fedele interprete dell’insegnamento di Cristo”.
Stefania Giordano