Il 3 novembre 2022 la relazione di Padre Giuseppe Riggio SJ, direttore responsabile della rivista Aggiornamenti sociali, ha offerto numerosi spunti di riflessione ai corsisti dell’Istituto di formazione politico sociale Mons. A. Lanza, a partire dal titolo “Paese Italia: in cerca di futuro”.
L’attitudine a ragionare sul futuro appare in controtendenza in una realtà problematica, in cui prevale la rassegnazione, e ove lo stesso mondo della politica si ritrova a doversi occupare delle “urgenze”, peraltro con una prospettiva che non guarda oltre un mandato quinquennale.
Padre Riggio cita spesso Papa Francesco, che già nella prima esortazione apostolica Evangelii Gaudium invitava a non lasciarsi sopraffare da un “pessimismo sterile”, per essere piuttosto “segni di speranza”. Per le scelte che guardano al futuro del nostro Paese, secondo il padre gesuita, abbiamo dei riferimenti fondamentali che possono orientarci.
Il primo è la nostra Carta Costituzionale, testo giuridico nato dall’incontro di culture politiche differenti che riuscirono a trovare un compromesso, la cui sintesi portò ad una visione della comunità e della persona basata sul principio di uguaglianza, formale e sostanziale, sul rifiuto della violenza, sul riconoscimento di libertà e diritti, come pure del dovere di contribuzione al bene di tutti.
Altro riferimento per il futuro è l’idea di Europa come unione di popoli che credono nella pace, e nei cambiamenti sociali ed economici che contrastino le diseguaglianze.
Terzo riferimento richiamato da Padre Riggio: i principi della dottrina sociale della Chiesa, in particolare -oltre al principio di solidarietà – si è soffermato sull’enfasi di Papa Francesco alla fraternità e all’amicizia sociale e alla cura della “casa comune”.
Non è un caso che i giovani siano particolarmente sensibili alle tematiche ambientali: quale futuro può esserci se distruggiamo la Terra? Solo un’azione sinergica tra cittadini, imprese e Stati può sostenere la transizione ecologica. P
assando dalla cura dell’ambiente alla cura delle persone ne è seguita la disamina della situazione in Italia, che è un Paese con un basso tasso di natalità, con molti giovani che sono troppo sfiduciati ed impauriti e per questo
-non solo per motivi economici- non pensano alla formazione di una famiglia.
Al tempo stesso permane il problema del non riconoscimento come cittadini di oltre un milione di “italiani di seconda generazione”, che rischiano di essere relegati ai margini della società.
Il relatore ha concluso con un invito al ritrovarsi assieme e a prestare ascolto ai diversi contributi, specie agli spunti innovativi proposti dai giovani, per rendere possibile un avvenire più sostenibile e solidale.
Stefania Giordano