Ricerca e sperimentazione nell’E-Health

Stefania Giordano

Il 23 febbraio, presso l’aula Farias, i corsisti dell’Istituto Mons. Lanza hanno potuto rivolgere uno sguardo alla sanità 4.0 e alle soluzioni tecnologiche che possono contribuire a nuovi percorsi
di assistenza e cura, grazie alla lezione del prof. Giuseppe Araniti, Associato di telecomunicazioni presso il Dipartimento di Ingegneria DIIES dell’Università Mediterranea.

Il docente ha descritto alcuni progetti universitari, proposti e finanziati per supportare il sistema sanitario calabrese con tecnologiche innovative e per tentare di ridurre le diseguaglianze
tra le persone bisognose di cure. Il progetto “I care”, in particolare, è stato ideato nel 2020 per creare una piattaforma di telemedicina che consentisse ai pazienti in condizione di pandemia di poter accedere alla cura.

Scritto in collaborazione col Grande Ospedale Metropolitano reggino, il progetto ha richiesto il contributo di diverse competenze: ingegneri delle telecomunicazioni, esperti in elettronica, in sicurezza dei dati, nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per l’elaborazione dei dati, ingegneri gestionali addetti al management e un esperto di diritto amministrativo.

Oltre a prevedere la creazione e l’implemento di una piattaforma di telemedicina, è stato anche preventivato e realizzato, all’interno del Dipartimento, un laboratorio di ricerca multidisciplinare per la sperimentazione di nuove tecnologie.

La telemedicina si avvale di software con particolari certificazioni per poter effettuare: la televisita, per cui un medico può visitare un paziente in qualsiasi luogo sia presente una connessione a internet; il telemonitoraggio, cioè la possibilità di monitorare un paziente a distanza; il teleconsulto, che consente a più medici di consultarsi su un referto o una patologia; la formazione a distanza per i medici. Anche se attualmente ci sono tante diverse piattaforme per il telemonitoraggio e la cura a distanza e non c’è ancora una cartella clinica unica, questi strumenti possono certamente contribuire a migliorare la qualità della vita di un paziente, poiché – se il tipo di patologia lo consente – riducono la necessità di doversi recare in ospedale.

Nella sanità del futuro si prevede che sarà possibile anche la telechirurgia e il passaggio dalla televisita alla telepresenza attraverso il supporto delle reti 6G e delle comunicazioni olografiche.

Stefania Giordano