Ricostruire i diritti: la via della bontà radicale di Agnes Heller

Il 17 ottobre c.a. si è svolto il primo incontro dell’Istituto di formazione Mons. Lanza sul tema “ricostruire i diritti”, con il relatore Vincenzo Musolino, dottore di ricerca in metodologia della filosofia, che ha richiamato il pensiero della filosofa ungherese Agnes Heller per una riflessione sui veri diritti tra desideri e bisogni.

Teorica della “bellezza della persona buona” e dei “bisogni radicali”, la Heller, di origine ebraica, visse durante la sua vita ben tre totalitarismi: sopravvisse all’olocausto nazista, subì il dramma del totalitarismo comunista e infine l’attuale svolta illiberale e autoritaria della politica del suo Paese.

Allieva del filosofo György Lukàcs e di Hannah Arendt, dapprima marxista eterodossa, poi filosofa post-moderna, la Heller riconobbe il valore del pensiero occidentale nato dalla fine delle grandi narrazioni fondate sull’assunto di verità e giustizia. Una teoria che delinea un fine predeterminato è infatti escludente e discriminante verso i bisogni del singolo e quindi verso le libertà individuali.

I bisogni sono legati al desiderio e inscindibili dal valore della persona, per questo l’atteggiamento autoritario che pretende di imporre quali devono essere le esigenze da soddisfare rischia di condurre ad una “dittatura dei bisogni”. L’assenza di libertà nelle scelte quotidiane, come quelle di mercato, si ripercuote poi anche nell’ambito socio-politico.

Nelle società pre-moderne, fondate su un ordine metafisico accettato come immutabile, i diritti erano legati alla nascita, allo status, alla casta di appartenenza; l’ereditarietà dei bisogni non contemplava la scalata sociale. Ancora oggi – ha ricordato il relatore – questa impostazione, caratterizzata anche dal particolarismo giuridico, è presente nelle comunità non occidentali che negano i principi liberali.

Lo Stato moderno, al contrario, ha riconosciuto l’universalità dei diritti, per cui l’uomo nasce scevro da ogni condizionamento legato alla sua origine e uguale davanti alla legge.

Nella società moderna si riconoscono i bisogni naturali dell’uomo e non quelli identitari: le categorie esistenziali non richiamano più una verità totalitaria ma sono individuate nella contingenza, e dunque nella possibilità di autodeterminare il proprio destino individuale.

Per la filosofa, l’evoluzione indeterminata delle moderne società occidentali legittima l’intervento perequativo dello Stato con il sistema del welfare State.

Infine il dott. Musolino ha spiegato il principio etico, riportato in un noto libro della Heller, della “bellezza della persona buona”.

La bontà è una scelta di apertura al prossimo: nonostante le spinte all’egoismo si “sceglie” di essere una persona buona e si preferisce subire un torto piuttosto che farlo.

Tra i bisogni radicali dell’uomo sono stati ricordati quelli di condivisione, di fratellanza e di comunità.

Stefania Giordano