Nell’ambito della sessione politica del programma dell’ISFPS Mons. A. Lanza, il dott. Vincenzo Musolino ha discusso di teologia politica.
Il concetto di teologia politica è di tipo assiologico, rimanda cioè a valori alti che trascendono il dato empirico. Ma le teorie che legittimano il potere politico fondandosi su valori alti quali Verità e Giustizia, possono avere effetti escludenti e addirittura degenerare in derive totalitarie. Se si credesse infatti che una sola opzione politica fosse vera e giusta, tutte le altre diventerebbero nemiche piuttosto che alternative e l’avversario politico non dovrebbe essere tutelato ma annullato (perché, ad esempio, si potrebbe credere che la propria razza sia migliore o che solo una classe sociale possa risolvere i problemi).
Per questo alcuni teologi, tra cui Erik Peterson, non accettarono questa interpretazione. La tesi centrale di Peterson è la rottura con la teologia politica legata alla fede cristiana, poiché il dogma trinitario e i principi evangelici di amore e verità comportano l’impossibilità di giustificare qualunque forma di potere sulla terra. Se il fine escatologico del Cristianesimo è il Regno dei Cieli, è anti-cristiano pensare che il potere terreno possa essere sacro.
Mentre la filosofa politica Hannah Arendt, in Vita activa, arriva alla conclusione che la novella cristiana attuò un “rovesciamento” della prospettiva storica: non è più il cosmo ad essere considerato infinito ma l’individuo. Le istituzioni mondane -secondo questa visione- non sono eterne, come si credeva anticamente, dunque il concetto di “sacro” appartiene al singolo e non al potere: da qui la cultura liberale e la difesa dei diritti umani. Il valore dell’uomo prescinde infatti dal potere costituito, che va “desacralizzato”, cioè limitato. L’idea di politica basata sulla discussione piuttosto che sulla coercizione deriverebbe dalla novella cristiana.
Concludendo il relatore ha affermato che a suo parere per rifondare l’esistente è necessario mantenere il messaggio cristiano ed ha citato l’enciclica Populorum Progressio di Papa Paolo VI. In essa è scritto che “esperta di umanità, la Chiesa, lungi dal pretendere minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati, non ha di mira che un unico scopo: continuare, sotto l’impulso dello Spirito consolatore, la stessa opera del Cristo, venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità, per salvare, non per condannare, per servire, non per essere servito” e ancora “essa deve scrutare i tempi e interpretarli alla luce del Vangelo”.
Stefania Giordano