Il pensiero di Emmanuel Lévinas per un’etica della non violenza

Il 25 novembre il professore Leonardo Meirelles Ribeiro, docente brasiliano di filosofia, ha tenuto una lezione all’Istituto Superiore di Formazione polico-sociale Mons. Antonio Lanza nella quale ha presentato in maniera chiara e comprensibile il pensiero del filosofo Emmanuel Lévinas, in particolare sui temi dell’etica e dell’alterità.

Dopo un breve resoconto biografico sull’autore, che fu testimone di tutto il ventesimo secolo, subì le persecuzioni anti-semite e gli orrori della seconda guerra mondiale, il prof. Meirelles Ribeiro ne ha esposto il pensiero filosofico soffermandosi su tre punti: la descrizione dell’io, la descrizione dell’altro e infine, aspetto più rilevante, l’incontro con l’altro, il cosiddetto “faccia a faccia”.

Lévinas criticò l’ontologia, la filosofia tradizionale e la ragione moderna sviluppatesi come il dominio dell’io che esclude la diversità: per lui l’essere è il male e l’egoismo della ragione moderna viola il concetto di pace.

La via d’uscita è un’etica originale frutto dell’incontro tra la filosofia greca e la saggezza biblico-ebraica.

Nell’idea cartesiana del “cogito ergo sum” è insito un processo di razionalizzazione della realtà da parte del soggetto pensante, il quale identifica il mondo con sé stesso e, di conseguenza, tutto ciò che non si adatta alla visione dell’io viene scartato, emarginato.

L’uso della ragione, sostenuto dalla filosofia moderna, venne richiesto in tutti i principali ambiti della vita umana senza considerarne i limiti, mentre Lévinas sostenne un’etica che andava oltre la stessa ragione (ma non contro la ragione). Secondo lui il piano etico preesiste al piano ontologico.

Nella visione limitata dell’ego la vocazione umana all’infinito non è mai soddisfatta perché l’io soffre la sua condizione di solitudine; l’unica via d’uscita è l’incontro imprevisto con l’altro, che sfugge ai parametri conoscitivi dell’io ed esiste indipendentemente dallo stesso: l’altro è il prossimo che mantiene la sua diversità.

L’incontro con l’altro è un momento etico per eccellenza che apre a una nuova dimensione; il suo volto ci parla e ci invita ad una relazione umana.

La tragedia umana, la lotta per la sopravvivenza, la competizione, crollano di fronte alla manifestazione dell’altro.

Come ha ricordato il relatore, solo chi risponde all’evento dell’incontro con l’altro è colui che si rende responsabile.

Stefania Giordano