Il prof. Domenico Nicolò, docente di Economia aziendale nell’Università Mediterranea, ha introdotto il tema “lavoro” all’interno del corso 2017-2018 dell’ISFPS Mons A. Lanza, analizzando le possibilità di impresa e sviluppo economico in Calabria «in una prospettiva mediterranea».
Gli attuali investimenti imprenditoriali nelle diverse nazioni sostengono l’avvio di startup innovative, caratterizzate dalla “scalabilità”: spesso infatti da idee originali sono nate imprese che in breve tempo sono divenute grandi corporazioni come ad esempio Apple, Amazon, Google, WhatsApp.
Tuttavia, il modello di sviluppo tipico delle grandi startup mondiali deve essere adattato alle caratteristiche dei nostri territori, ove tradizionalmente prevalgono micro-imprese, per lo più familiari, molte delle quali tramandate da diverse generazioni, attive principalmente nei settori dell’agroalimentare, del turismo, della cultura, del benessere e della valorizzazione paesaggistica e ambientale. Tra le imprese calabresi note sono state citate quella dei vini Tramontana, la Tonno Callipo, il consorzio Goel, la cooperativa sociale Valle del Marro, la fabbrica di liquirizia Amarelli.
Il relatore, curatore del volume “Start-ups and Start-up Ecosystems: Theories, Models and Case Studies in the Mediterranean Area”, sostiene l’attivazione di un sistema di creazione d’impresa “mediterraneo”, diverso dal prevalente modello anglosassone. Un modello adatto al Sud si dovrebbe basare sulla collaborazione tra piccole imprese che – attraverso reti e consorzi – siano in grado di proiettarsi verso l’internazionalizzazione. A tal fine i nostri imprenditori dovrebbero interagire con i giovani “innovatori”, in modo che la loro esperienza sul campo venga a contatto con nuove idee e ne nasca un reciproco supporto. Inoltre i giovani dovrebbero recarsi a visitare le aziende più virtuose per visionarne direttamente il funzionamento e maturare il convincimento di poter diventare imprenditori seri e responsabili in un territorio in cui la ricerca del posto di lavoro nel pubblico impiego pare aver inibito la cultura imprenditoriale.
A tal fine, bisognerebbe sempre cercare di trasmettere ai giovani fiducia in sé stessi e nelle loro capacità di iniziativa. Ma naturalmente non basta: occorre studiare, in particolare “Business plan e creazione d’impresa”, materia che attiene alla progettazione di un piano di startup, prevedendo l’analisi completa della sostenibilità economico-finanziaria, della vulnerabilità e della reputazione aziendale, fattore – quest’ultimo – essenziale per mantenere nel tempo l’attività imprenditoriale.
Infine, più volte si è rimarcato durante l’incontro che presupposti imprescindibili, dunque scontati, per chi voglia fare impresa sana in Calabria, sono la comune resistenza alla criminalità e la denuncia di ogni abuso.
Stefania Giordano