Introduzione alla Riforma della Pubblica Amministrazione

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Il 10 e 11 novembre 2016, presso l’Istituto di Formazione Mons. A. Lanza, si è discusso di riforma della Pubblica Amministrazione. La l. n. 124/2015, nota come Riforma Madia, ha previsto diverse deleghe legislative in materia di riordino delle amministrazioni pubbliche e semplificazione del procedimento amministrativo.

La relazione del Prof. A. Mazza Laboccetta, Ricercatore di Diritto Amministrativo presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, si è incentrata, in particolare, sui temi della pubblicità e trasparenza degli atti amministrativi, disciplinati dal d.l. n. 97/2016.

Già in Assemblea Costituente era stata dibattuta la proposta di inserire nella Costituzione il principio di accesso agli atti amministrativi, che tuttavia fu introdotto solo con la l. 241/90 per tutelare “un interesse diretto, concreto e attuale”. Si trattava dunque di un diritto dalla forte connotazione soggettiva, riconosciuto solo a chi avesse un interesse rilevante da salvaguardare.

L’ordinamento europeo (vedi ad es. direttiva 2003/98/CE, Trattato di Maastricht del 1992 e di Amsterdam del 1998) ha invece introdotto una visione oggettiva del diritto di accesso, recepita dal d.l. n. 33/2013, per promuovere la partecipazione all’attività amministrativa degli interessati e favorire forme di controllo sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

L’accesso civico, prevedendo che “chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni”, è uno strumento di controllo democratico sull’esercizio del potere, come pure la pubblicazione degli atti amministrativi (si pensi, ad esempio, alla pubblicazione del bilancio comunale).

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Il prof. F. Manganaro, ordinario di Diritto Amministrativo, dopo aver ricordato le difficoltà che comporta la riforma delle strutture amministrative, si è soffermato sui d.l. n. 126/2016 (Norme in materia di segnalazione certificata di inizio attività) e n. 127/2016 (Norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza dei servizi). La SCIA, dichiarazione del diretto interessato che se ne assume la responsabilità, sostituisce tutti gli atti autorizzativi necessari all’inizio di un’attività, con esclusione di specifici casi (ad es. la sussistenza di vincoli ambientali, paesaggistici o culturali). Questa semplificazione presuppone il collegamento telematico tra amministrazioni.

La conferenza dei servizi viene indetta per esaminare procedimenti che coinvolgono più amministrazioni e nel caso di dissenso si demanda la decisione alla parte politica. In assenza di una ricomposizione delle parti decide il consiglio dei ministri.

Nella sua testimonianza ai corsisti dell’Istituto, la Dott.ssa Magda Galati, funzionario del Ministero delle Infrastrutture, ha ricordato che nessuna riforma può essere efficace se non si provvede ad un’adeguata e costante formazione del personale amministrativo.

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La Dott.ssa Amelia Stellino, consulente presso l’Università, ha segnalato che la l. Madia prevede che nelle procedure concorsuali pubbliche (che si svolgeranno in forma centralizzata) vengano inseriti meccanismi di valutazione per valorizzare l’esperienza professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile con le amministrazioni pubbliche.

Stefania Giordano

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