Proposte di riforma della Curia Romana

Il 15 dicembre 2016 all’Istituto Mons. A. Lanza, il Can. Domenico Marturano ha tenuto una relazione sulla riforma della Curia Romana, proposta da Papa Francesco sin dall’inizio del suo pontificato.

La Chiesa non può essere considerata come un centro di potere, né si può confondere il servizio alla comunità con l’affermazione personale, secondo logiche di “carrierismo”.

Il Papa, in una nota intervista a Scalfari, ha criticato gli atteggiamenti narcisistici e cortigiani all’interno della Curia, che sono in contrasto con gli insegnamenti del Vangelo. La Curia Romana ha funzione di intendenza che gestisce i servizi necessari alla vita apostolica, tuttavia non può essere “vaticanocentrica”: la Chiesa non deve infatti trascurare il mondo che la circonda e il suo ruolo di servizio nella vita reale.

Partendo da questa impostazione e per superare l’organizzazione verticistica della Chiesa, il Papa ha nominato un Consiglio composto da nove Cardinali, provenienti da tutte le parti del mondo, che lo coadiuvano nel servizio alla Chiesa universale e predispongono le proposte di riforma della Costituzione apostolica. Nel loro 17° incontro, avvenuto nei giorni scorsi, si è discusso sul futuro dei dicasteri e sulle linee guida della loro riforma, cioè la spinta missionaria e la sinodalità. Dall’1 gennaio saranno inoltre attivi due nuovi dicasteri voluti da Papa Francesco: il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, avente come prefetto il Cardinale Kevin Farrell, e il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, con prefetto Peter Kodwo Appiah Turkson, alla guida di una sezione che si occuperà specificatamente di profughi e migranti.

Il relatore ha elencato i criteri dettati dal Papa per l’attuazione della riforma: la scelta dei responsabili dei vari dicasteri non deve tener conto solo della preparazione tecnica dei candidati, ma anche dell’esperienza pastorale a servizio della comunità cristiana; l’istituzione delle Congregazioni deve sempre mettere al centro i bisogni della Chiesa povera e missionaria.

La riforma dei dicasteri economici, che prevede la riorganizzazione dello Ior e della Prefettura degli affari economici, si è rivelata l’impresa più difficile, a causa della scarsa chiarezza della situazione gestionale ed economica.

La riforma della segreteria di Stato, che si occupa della cura dei rapporti con gli Stati e gli organismi internazionali, si basa sulla concezione che << le istituzioni politiche sono laiche per definizione ed operano in sfere indipendenti>>, per cui – secondo il volere di Papa Francesco – <<la Chiesa non andrà mai oltre il compito di esprimere e diffondere i suoi valori>>.

la riforma della chiesa