Contro la “cultura dello scarto”. Problemi della condizione omosessuale e scelte del Magistero


toscano-dattola-(2)Il 21 gennaio 2016 l’avv. Lucio Dattola
, Presidente dell’Arcigay di Reggio Calabria, e Padre Vincenzo Toscano, Superiore dei Gesuiti, hanno incontrato i corsisti dell’Istituto superiore di formazione politico-sociale Mons. A. Lanza per dialogare con loro – senza pregiudizi, attraverso un confronto aperto e serio, fondato sul rispetto delle diverse opinioni – sul tema: Contro la “cultura dello scarto”: problemi della condizione omosessuale e scelte del Magistero.

L’avv. Dattola ha subito ricordato che, dal punto di vista costituzionale, non si possono ammettere discriminazioni di alcun tipo (art. 3). Il principio di divieto di discriminazione sulla base della tendenza sessuale è ribadito nel Trattato di Lisbona e nella CEDU, già ratificati nel nostro Paese. Storicamente, poi, il testo n. 300/1970, che riformò il diritto del lavoro in Italia, fu il primo a prevedere nell’art. 15 il divieto di discriminazione in base al sesso (e quindi anche alla tendenza sessuale). In seguito i decreti legislativi 215 e 216 del 2003, che recepirono due direttive europee, ribadirono il principio di parità di trattamento. Entrambi i decreti legislativi indicano quali sono i principali fattori di discriminazione: l’orientamento sessuale, la disabilità, il genere, il credo religioso. In seguito, la Corte Costituzionale – con la sentenza n. 138/2010 – ha ribadito l’impossibilità, per la Costituzione vigente, di un “matrimonio” omosessuale, ma esplicitamente ha dichiarato comunque la necessità di introdurre nell’ordinamento giuridico italiano una “disciplina” sulle unioni civili.

toscano-dattola-(20)Ora, il c.d. ddl Cirinnà prevede due riconoscimenti diversi per le coppie di fatto e le coppie omosessuali. I punti salienti sono tre: la c.d. stepchild adoption (l’adozione del figlio del coniuge all’interno di un’unione fra persone dello stesso sesso), su cui il relatore è stato molto prudente; l’aspetto patrimoniale (previdenziale-ereditario) e quello di assistenza. Inoltre a Reggio Calabria – dopo un ampio dibattito con diverse associazioni – è stata già prevista l’istituzione del registro per le unioni civili.

Spesso gli omosessuali fanno esperienza di esclusione, solitudine, repulsione, aggressioni. Per evitare ogni discriminazione, occorre invece: accoglienza, compagnia e inclusione sociale, posto che il bisogno di famiglia e affettività è un diritto generale che riguarda tutti, come l’aspirazione alla ricerca della felicità.

Il Superiore dei Gesuiti, V. Toscano, ha ricordato alcune frasi di Papa Francesco: «Cristo ha voluto la Chiesa come una casa sempre aperta nella sua accoglienza»; «Se una persona è gay, cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?»; «Prima c’è la persona, nella sua interezza e dignità. E la persona non è definita soltanto dalla sua tendenza sessuale: non dimentichiamo che siamo tutti creature amate da Dio destinatarie del suo infinito amore». In questo senso, la persona omosessuale – come ogni altra – merita rispetto ed è unica.

Il gesuita ha poi segnalato che il tema è poco presente nel messaggio biblico: il brano più citato è quello della Genesi, cap. 19 v. 1-29, che racconta della distruzione di Sodoma. Tuttavia l’esegesi più seria riconosce che oggetto della riprovazione morale nel passo in questione è soprattutto la violenza e la violazione del sacro dovere dell’ospitalità, piuttosto che l’orientamento omosessuale in senso stretto. Altri brani, sia dell’Antico che del Nuovo Testamento (ad es. cap. 7 del libro di Giuda; cap. 15 Atti Ap., v. 28-29; cap. 1 lett. Romani, epistolario paolino v. 18-32), fanno riferimento al cattivo comportamento sessuale, senza distinzione di genere. Non sembra, insomma, che ci sia un preciso codice di etica sessuale e, del resto, la salvezza – che beninteso esige un comportamento morale adeguato – è solo un dono di Dio. Inoltre è stato precisato che in nessun documento del Magistero della Chiesa vi è un’esplicita condanna dell’“attitudine” omosessuale in quanto tale, ma solo dell’“atto”, perché può essere considerato un’intrinseca inclinazione al disordine e perché preclude il fine procreativo. toscano-dattola-(21)Vanno in ogni caso evitate le discriminazioni: ogni persona va rispettata e accolta con sensibilità, sia nella comunità ecclesiale che nella società. Infatti, ad avere il primato è la crescita interpersonale della relazionalità, non la mera sessualità.

Sembra dunque che il rapporto uomo-donna sia senz’altro privilegiato, ma non costituisca una forma esclusiva di affettività.

Stefania Giordano