Periferie d’Europa fra degrado urbano e rigenerazione per nuovi scenari di speranza, breve presentazione

Abstract

“Per gli abitanti di quartieri periferici molto precari, l’esperienza quotidiana di passare
dall’affollamento all’anonimato sociale che si vive nelle grandi città può provocare una sensazione di sradicamento che favorisce comportamenti antisociali e violenza […].
È importante che le diverse parti di una città siano ben integrate e che gli abitanti possano avere una visione d’insieme invece di rinchiudersi in un quartiere, rinunciando a vivere la città intera come uno spazio proprio condiviso con gli altri” (Papa Francesco).
Il tema delle periferie urbane è parte integrante di un discorso più ampio sulla crisi della città contemporanea, espressione fisica del modello economico dominante, basato sul concetto di crescita illimitata, che ha determinato anche una crescita urbana incontrollata a scapito del territorio circostante e degli antichi equilibri, dei valori sia paesaggistici che socio-culturali.
All’interno delle stesse città aumentano i divari e la frammentazione, soprattutto nelle aree
periferiche dove esclusione, marginalità, insicurezza, degrado fisico e sociale, fragilità delle
relazioni, precarietà degli assetti infrastrutturali e ambientali, carenza di spazi pubblici di relazione e di servizi di base portano alla degenerazione di quei valori che dovrebbero, invece connotarla, come luogo di incontro e di contaminazione, di scambio e arricchimento umano e relazionale, di crescita culturale intesa come condivisione e rispetto dell’altro. È una sfida globale divenuta uno dei 17 Obiettivi di sviluppo Sostenibile inglobata nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” (goal 11), strettamente connesso agli obiettivi di “Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo” (goal 1) e di “Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni (goal 10).
La periferie non sono però tutte uguali, le diverse situazioni compongono un ampio mosaico
(edilizia pubblica e privata, legale e illegale, spontanea e speculativa) che, nell’ottica progettuale, richiede altrettanti approcci interpretativi, localizzativi e gestionali, i quali hanno influenza nel determinare una nuova forma urbana.
Nelle città del Mezzogiorno, nonostante le specificità storico-evolutive dei singoli contesti urbani, le periferie sono accomunate dall’assenza non solo delle urbanizzazioni secondarie, ma spesso
anche di quelle primarie o comunque dalla bassa qualità dei interventi pubblici, il più delle volte totalmente priva di servizi (si stima che oltre il 60% della produzione edilizia degli anni 1971-81 sia stata abusiva). Tuttavia, esse possono costituire una grande scommessa per un nuovo
rinascimento urbano, attraverso interventi di riqualificazione e rigenerazione derivanti dalle
opportunità offerte da programmi europei e nazionali (fra cui URBACT III e l’iniziativa Azioni Urbane Innovative) che possono contribuire significativamente all’implementazione della Agenda Urbana Europea (2016) e ad un vero e proprio processo di trasformazione delle periferie
degradate in quartieri vivibili e sostenibili sotto il profilo ambientale, economico e socio-culturale.

 

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