Il problema dell’inquinamento criminale e della partecipazione politica in Calabria
Senza dubbio la ndrangheta è, oggi, l’organizzazione criminale più importante in Italia ed una delle più importanti nel mondo, con significative ramificazioni internazionali.
Si tratta di un’organizzazione criminale familistica che in Calabria, terra di origine, assume caratteri di eccezionalità.
Dunque, se non si vuole negare la sua evidenza, come tutti i fenomeni eccezionali esige, soprattutto ma non solo in Calabria, una risposta eccezionale dello Stato e della società civile.
Se non si prende atto con freddo realismo dell’inaudita e preoccupante gravità e diffusione della ndrangheta, si rischia di sottovalutarla, rendendo ancor più difficile l’attuale resistenza alla sua tracotanza.
È impensabile che una normale società civile e una normale organizzazione dello Stato possano, al punto in cui siamo giunti, non combattere, ma effettivamente tentare di sradicare tale fenomeno.
Forse è vero che si potrebbe sconfiggere militarmente l’organizzazione criminosa in termini di “anni” (10, 15?), ma se davvero si vuole cercare di eliminare in radice il fenomeno occorrerà più tempo (almeno un paio di “decenni”?) e serviranno una società civile eccezionale, ossia particolarmente matura e determinata, e un’organizzazione complessiva dello Stato (magistratura, forze dell’ordine, centri di istruzione e formazione) non ordinaria, ma assolutamente eccezionale, perché dotata di beni, normative e mezzi eccezionali. (Alessio Rauti; Antonino Spadaro, Vincere la ndrangheta pag. 243–330 – maggio 2011)