La prima cosa da sottolineare, nel tentativo di fare un’analisi socio-politica del presente è che la realtà che stiamo vivendo si caratterizza per la ricerca dell’individuazione di un ‘nemico’.
Il nemico diventa una specie di punto d’appoggio per ricevere consenso elettorale.
Tra sovranismo e populismo siamo in un’ epoca di vuoto dal punto di vista della proposta politica; stiamo soprattutto attraversando un tempo di “passioni tristi” nei riguardi della democrazia e dell’impegno a favore del bene di tutti.
L’immagine del nemico, alimentando paure e generando bisogno di sicurezza, instilla nella ‘folla’ una serie di distorsioni che trovano terreno fertile nel campo delle convinzioni e delle convenzioni.
“Prima gli Italiani”, “Ci rubano il lavoro”, “Aiutiamoli a casa loro” sono le ‘sentenze-simbolo’ di una campagna fuorviante e dai tratti disumani, che continuamente veicolata attraverso i media, getta le basi, crea le fondamenta di un edificio dove possa regnare indisturbata la pretesa di autoritarismo e di sospetto dentro le cosiddette classi medie della società.
Se nelle ultime consultazioni elettorali, Salvini ha avuto un consenso dell’8% nella nostra città, dove la Lega in precedenza aveva racimolato una manciata di voti, possiamo affermare che siamo ad un crocevia storico in cui non basta più appellarsi ai valori che hanno rappresentato il faro per i nostri padri costituenti che hanno redatto una carta di diritti e doveri tra le più significative al mondo all’indomani degli orrori subiti durante la seconda guerra mondiale.
Essi si sono stretti attorno ai principi ispiratori della democrazia, della partecipazione, dell’uguaglianza, per cui è stato quasi naturale, pur nella forte differenza ideologica, scegliere la strada del bene comune, la strada della solidarietà del genere umano.
All’interno dei luoghi comuni che formano un pensiero anti-umano, dove l’altro, il diverso, lo straniero è portatore di danno, distruzione, morte, la nostra CVX (Comunità di Vita Cristiana che nella spiritualità di Sant’Ignazio trova la sua sorgente) risponde con un impegno sociale che è reso visibile dalla presenza (sono quasi 25 anni ormai) del Centro Servizi Migranti.
Il centro è associato al JSN (Jesuit Social Network) che è una federazione delle attività sociali della Compagnia di Gesù in Italia.
La Federazione svolge attività di riflessione, di analisi, di studio sopratutto rivolto alle persone svantaggiate e in difficoltà; si occupa di stendere e attuare progetti di intervento e cerca di fare pressione sul mondo politico a difesa dei diritti delle persone deboli.
Il progetto si ispira all’accompagnamento personale (cura personalis) dei nostri utenti; questo percorso si struttura per tappe:
1) accoglienza e centro di ascolto, in cui si inizia la conoscenza attraverso un dialogo che porta in superficie le problematiche oltre che le attese e i desideri del singolo
2) Accompagnamento ai vari sportelli, a seconda delle urgenze ed esigenze, che ruotano intorno all’ambito legale (cittadinanza, permessi di soggiorno e simili), a quello medico (oltre che alcuni medici di base, abbiamo un gruppo di odontoiatri che svolgono un servizio unico in tutto il Sud Italia); infine “si dovrebbe” completare il percorso di liberazione, proponendo un lavoro che possa consentire l’inserimento nel nostro tessuto sociale.
3) Si propongono colloqui a scadenza mensile o bimestrale per considerare come procede la vita e per rispondere anche ad eventuali altre esigenze (la formazione professionale, la scuola dei figli, la ricerca di un nuovo lavoro, il problema abitativo).
4) Se non si hanno sufficienti mezzi economici si ha diritto ad un aiuto di alimenti di prima necessità, attraverso la bottega che è rifornita dal banco alimentare e da aiuti di privati (ma è un aiuto a tempo determinato). E’ chiaro che ci sono criticità all’interno di questo percorso sopratutto nell’offerta di lavoro, perché per noi questo settore è molto delicato e non potremmo mai offrire lavoro alle persone se non con la sicurezza di contratti trasparenti e sicuri.
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Questa frase del Vangelo può essere per noi una sintesi del nostro rapporto con le istituzioni.
La nostra comunità offre servizi in modo gratuito: non abbiamo ricevuto sovvenzioni pubbliche, ma tutto si basa su donazioni volontarie di tanti che sono sensibili alla questione sociale.
I fondi vengono dall’autotassazione di tutti noi e da alcune attività che svolgiamo per reperire fondi. Non chiediamo nulla alla politica dal punto di vista economico per potere essere liberi da condizionamenti e poter lavorare in modo serio sul cambio delle strutture perverse che creano circuiti di ingiustizia, esclusione sociale e negazione dei diritti fondamentali.